Ivo Pulga ha lasciato ricordi indelebili a Cagliari e in Sardegna sia con indosso la maglia del Cagliari che da tecnico. Un legame davvero speciale, destinato a durare nel tempo. Ivo Pulga rappresenta una pagina davvero importante della storia del club rossoblù.
Dopo la cocente beffa di sabato, ed in attesa della gara che la banda Zeman disputerà contro il Milan a San Siro, la redazione del nostro quotidiano ha intervistato in esclusiva proprio lui che nella scorsa stagione accompagnò la squadra alla salvezza con un’importante finale di stagione.
Tanti i temi trattati, con al centro il miracolo Serie A che, secondo Pulga, si può ottenere. Ecco le sue parole.
Mister, come vede il finale di campionato del Cagliari, il momento che la squadra sta vivendo specie dopo il pareggio beffa di sabato contro l’Empoli?
“E’ ancora tutto da giocare, visto che l’Atalanta non ha vinto. Sabato il Cagliari ha fatto un gran primo tempo ma non ha chiuso la partita. Poi nel secondo tempo c’è stato un calo fisico ed è arrivato anche il pareggio. La squadra ha ancora tutte le possibilità di giocarsi la salvezza fino alla fine considerato anche il calendario favorevole ai rossoblù nelle ultime cinque gare”.
Zeman, poi Zola e nuovamente Zeman. Il suo pensiero?
“Se si sposa un progetto con Zeman bisogna portarlo avanti fino alla fine”
Come nel 2007/2008?
“Sì, l’Atalanta è in difficoltà e il Cagliari può salvarsi. Ripeto, le ultime cinque gare sono favorevoli ai rossoblù. ad ogni modo bisogna arrivare a 25/26 punti prima delle ultime quattro cinque sfide. La quota salvezza? Servono 36/37 punti e sarà una sfida a tre con Cagliari, Cesena e Atalanta, il Chievo ormai è andato ed è una buona squadra”.
Come giudica gli acquisti di Gennaio?
“La società ha operato bene, mi piace molto M’Poku, è un buon giocatore, fermo restando che l’acquisto migliore è stato il recupero di Sau. Se non si fosse infortunato, Zeman non sarebbe stato esonerato. Per il gioco di Zeman, Sau è determinante”.
Torniamo al secondo tempo contro l’Empoli. Una beffa, sì, ma la condizione atletica?
“Il destino è crudele, la difesa era schierata ma quando ti devi salvare devi badare al sodo e buttare anche la palla in tribuna. Ci sono annate dove tutto ti gira storto e altre invece dove tutto va per il verso giusto. Il Cagliari per ora non è stato fortunato ma non deve essere una scusa, la fortuna va cercata. Ma l’infortunio di Sau ha causato tanti problemi. Adesso il Cagliari ritrova la sua identità con giocatori giovani, freschi e veloci. Se la condizione fisica li supporta hanno buone possibilità di salvarsi. Quando si cambia allenatore e preparatore si cambiano le metodologie di lavoro: questo può aver influito e per i giocatori passare da una metodologia di lavoro ad un’altra può essere decisivo in meglio o in peggio”.
Questione di modulo?
“Il Cagliari di quest’anno è stato costruito per il 4-3-3, ad ogni modo è logico che qualche giocatore abbia comunque patito il cambio di modulo che era il 4-3-1-2 da tanti anni”.
Conosce il Presidente Giulini?
“Non lo conosco, non ho questo piacere. Ad ogni modo i presidenti sono giudicati in base ai risultati che la squadra ottiene. I tifosi si aspettavano qualcosa di diverso. Di sicuro quando le cose vanno male il primo che paga è l’allenatore poi ci passa la società”.
Cosa pensa di Marroccu?
“E’ un bravissimo direttore sportivo non so se però sia lui a decidere o meno. Sui giocatori acquistati non so se ha deciso lui o se è stato un esecutore. Ad ogni modo è una persona eccezionale, Marroccu è una garanzia”.
I suoi rapporti con Massimo Cellino?
“Ogni tanto ci sentiamo per sms ma non parla mai del Cagliari. Con lui ho avuto e mantenuto un ottimo rapporto”.
Che ruolo possono ricoprire i senatori del Cagliari in questo finale di stagione?
“Sono giocatori molto esperti che possono dare una grossa mano in questo finale di campionato. Il gioco di Zeman prevede grande dinamismo specie in mezzo al campo”.
Mister, che ci dice circa il rapporto con la città e la Sardegna? Qui è molto amato, lo sa?
“Sì, e voglio bene alla terra e alla gente di Sardegna”
33 punti a disposizione, corsa a tre per la salvezza. Serve una scossa?
“Serve vincere a Milano. Sarebbe la scossa giusta, manca una vittoria contro una grande squadra che dia la scossa. Quando prendi gol come sabato, spesso i giocatori cominciano a pensare che sia una stagione nera, allora magari un episodio favorevole che ti fa vincere una gara anche non meritatamente di cambia anche l’atteggiamento mentale e si comincia nuovamente a pensare che l’obbiettivo sia raggiungibile. Ora bisogna lavorare sulla testa, è la cosa più importante. Devono riuscire a fare qualche risultato buono di fila per poi giocarsi tutto nelle ultime gare. Bisogna arrivare attaccati al treno salvezza e le ultime quattro partite si possono vincere. Poi trovo l’Atalanta in grossa difficoltà e con un calendario complicato”.
Che fa oggi Pulga?
“Vado a vedere partite e allenamenti e mi aggiorno in attesa che qualcuno si ricordi di me”.
Quando la rivedremo in panchina?
“Non lo so, servono conoscenze, procuratori e direttori sportivi giusti: è un mondo strano e servono le giuste conoscenze. Nel calcio non esiste la meritocrazia”
Il Cagliari ha dei giovani importanti?
“Barella è un predestinato, Loi l’ho fatto arrivare io a Carpi e gli fa bene venir via dalla Sardegna. Murru? Nei giovani o ci credi o non ci credi, giovani pronti non ne esistono, pertanto se ci credi lo fai giocare titolare con continuità. Diversamente il giocatore si perde e il prossimo anno la società dovrà decidere che fare di questi ragazzi. Se non possono giocare titolari e meglio che vadano a giocare con continuità”.
Caso Parma, se lo aspettava?
“Si sapeva da qualche anno che le cose non andavano bene e in Serie A potranno verificarsi altri casi simili. Il Cagliari ha i conti in ordine, Cellino ha lasciato una società sana”.
Quale futuro per lo stadio Sant’Elia?
“Va demolito e ricostruito, questo è il mio pensiero. Serve un nuovo impianto moderno da 25000 posti, coperto e con tutti i servizi”.
I migliori ricordi legati al Cagliari?
“Il gol contro l’Ischia, il debutto in Serie A dopo il brutto infortunio al ginocchio e la salvezza con Ranieri”.
Nostalgia?
“Mi manca la gente di Cagliari e della Sardegna e mi mancano gli amici sardi. Mi manca lo stile di vita. Verrò presto a trovarvi”.