A come Amelia: regala il gol al Cagliari con un rinvio degno della Gialappa’s Band e di “Vai col liscio”. E qualche giorno fa è stato pure accostato al Cagliari. I tifosi rossoblù iniziano a fare gli scongiuri. Pasticcione.
B come Balotelli: per tutta la partita pensa di essere in un campo da rugby e colleziona touch down su touch down. Poi vede da vicino la irriverente imitazione della “mano de Dios” da parte di Cabrera e si indispettisce: per vendicarsi mette dentro la punizione. Infine inizia a litigare con tutti. Sbruffone.
C come Cabrera: entra caricato a molla. Ed è talmente carico che sull’episodio incriminato salta dimenticandosi il pallone, salvo poi recuperarlo con un tocco di mano geniale. Candidato a vincere il premio come miglior schiacciatore di volley della serie A. Fuori di testa.
D come Davide Astori: versione “The wall”, il buon Davide tira fuori una prestazione da applausi: dalle sue parti non si passa. Poi vede la vaccata commessa da Cabrera e a quel punto alza bandiera bianca pure lui. Insuperabile.
E come Emiri: quelli attesi in settimana nel capoluogo sardo. Cellino cercherà di vender loro il giocattolo Cagliari. Probabilmente gli hanno fatto vedere foto dell’Is Arenas e non del Sant’Elia diroccato, o forse non sanno come spendere i loro soldi. Mani bucate.
F come Freddezza del Folletto: quella che manca decisamente al nostro Cossu. È da 54 partite che non va a segno. In astinenza da una vita, sente l’ansia da prestazione manco fosse il protagonista di “40 anni vergine”. Sterile.
G come Galliani: lo Zio Fester rossonero accompagna come di consueto la squadra in trasferta. Ma stavolta tenta di rendersi irriconoscibile con una cuffia stile topo d’appartamento. Ovviamente non riesce nell’intento. Cupo.
H come Honda: il calciatore più figo del Giappone sbarca in Sardegna con tanto di delegazione nipponica a seguito. Ma il Samurai si fa notare più per i suoi capelli biondi che per le sue prestazioni in campo. Ossigenato.
L come Leeds: nella città dello Yorkshire ancora tutti in ansia per il tentativo di acquisizione del club inglese da parte di Cellino: vedendo Cabrera, hanno paura degli eventuali acquisti che porterà l’imprenditore di Sanluri se diventasse anche il loro presidente. Piazza in subbuglio.
M come Massimo Cellino: in settimana ne ha combinato una più di Bertoldo. Sembra, poi, che possieda il dono dell’ubiquità: riesce a essere a Miami, Leeds e Cagliari contemporaneamente. Giramondo.
N come Nicola Murru: indispettito dalle continue scommesse vinte dal collega Pisano su chi sbaglia più cross, oggi anche lui decide di darsi al gioco d’azzardo e di conquistare il match su chi spedisce più palloni in curva Nord: vince perché contano anche i tiri. Sballato.
P come Pisano: il piccoletto sfodera la sua miglior prestazione della stagione. Versione Concorde, macina chilometri su chilometri manco fosse Daniel Alves; poi inizia pure a crossare manco fosse Marzoratti. Ad ogni modo, tra i migliori in campo. Polmoni d’acciaio.
R come Rami: va vicino al suo primo gol in Italia nel primo tempo, con un colpo di testa in tuffo che sfiora il palo di Amelia. Ah, già, era la sua porta. Quasi generoso.
S come Seedorf: il neofita della panchina si trova con sei punti in due partite di campionato, e non sa nemmeno lui come sia possibile. Deve avere santi in paradiso. E no, Berlusconi non conta come santo eh! Miracolato.
T come Tavares Adryan: felicissimo a fine partita il nuovo arrivato. Ha tanta fiducia per il futuro: “se scende in campo Cabrera – avrà pensato – allora io dove posso arrivare?”. Speranzoso.
U come Ultimi giorni di mercato: quelli in cui la società dovrà muoversi necessariamente per acquistare perlomeno un centrocampista e un difensore. Individuato già il rinforzo più adatto per la squadra rossoblù: si tratta di un certo Culovic. Quello sì che servirebbe. Frenetici.
V come Viola: la settimana prossima arriva la Fiorentina al Sant’Elia. E i toscani in quest’ultima settimana di mercato sferreranno l’attacco per acquistare Cossu, Ibraimi e pure Adryan: vogliono eliminare la concorrenza per far sì che venga schierato il povero Cabrera. Astuti.
Z come Zona Cesarini: un vero incubo per il Cagliari di ieri, prima raggiunto e poi superato da due gol in 5 minuti. Non si potrebbe davvero, come ha chiesto Astori ironicamente, far durare le partite casalinghe qualche minuto in meno? Abbiamo l’handicap stadio, suvvia. Spauracchio.

