In principio fu Ricky Albertosi. Trentuno anni quando difende la porta del Cagliari scudettato, col record di undici reti subite nei tornei a sedici squadre. Bandiera viola, lascia la Fiorentina dopo undici campionati e contottantacinque presenze, quando questa fa suo il tricolore nella stagione 1968-69, per venire a Cagliari, nell'ambito di un'operazione tipica di quella volpe di mercato di Andrea Arricca: Rizzo alla Fiorentina, in rossoblù Albertosi e Brugnera. Poi l'implicazione nel calcio scommesse. Sembrava il suo canto del cigno, ma a trentanove anni Ricky si prende la sua rivincita: nel Milan della “Stella”, è lui il “guantipede”, compagno di Rivera, Baresi e Capello.
Poi William Vecchi. Fedelissimo di Ancelotti, si alterna con Copparoni tra i pali del Cagliari, nella famigerata stagione 1975-76 è in panchina al fianco di Tiddia in quanto gioca l'estremo difensore di San Gavino. Il primo febbraio '76, al minuto 53' vede quindi da vicino una delle scene più buie nella storia del Cagliari. È proprio un Cagliari -Milan: il “crac” di Riva che costa il suo addio definitivo al rettangolo verde. In rossonero, la memorabile notte di Salonnico '73, quando conduce il Diavolo di Rocco e Cesare Maldini alla conquista della Coppa delle Coppe.
Altra notte magica: primo luglio '73: neutralizza i penalty di Anastasi e Bettega, contribuendo alla conquista della Coppa Italia ai danni della Juventus in finale.
Balzo fino agli anni '90, quando Ielpo contribuisce alla qualificazione Uefa del Cagliari prima di approdare sulle rive del Naviglio.
Gli succederà Fiori, anch'egli poi rossonero, e tuttora nello staff dei preparatori dei portieri meneghini. Solo “Primavera” per Beniamino Abate al Diavolo, che in ventisei occasioni difenderà i pali rossoblù.
Infine Storari: dieci presenze totali coi rossoneri, eroe nella miracolosa salvezza del Cagliari targato Ballardini, artefice della riscossa insieme a Cossu e Acquafresca.