Quella di San Siro è una di quelle vittorie che scrivono la storia. Un po’ come era successo due anni fa, sempre a Milano, sempre contro l’Inter, dove il Cagliari di Zeman travolse i neroazzurri per 4 a 1. Ma rispetto a due anni fa c’è una grande differenza: il Cagliari di Rastelli è andato a Milano da neopromossa. E ha vinto. Ha vinto meritatamente. Sicuramente è stato un Cagliari meno cinico di quello zemaniano e la vittoria non è stata così roboante come quella di due anni fa. Ma i sardi, oltre ad aver dimostrato grande personalità (cosa che è mancata allo Juventus Stadium), hanno giocato una partita tatticamente perfetta.
Nella vittoria di Milano c’è soprattutto lo zampino di Massimo Rastelli. La scelta di schierare a sorpresa Melchiorri dal primo minuto al posto di Borriello, per dare maggior profondità, si è rivelata decisiva. Così come la scelta di due settimane fa (nella gara con il Crotone) di spostare Di Gennaro sulla trequarti. Due mosse tattiche che hanno portato punti pesanti al Cagliari.
Eppure la partita era iniziata con un Cagliari remissivo, schiacciato nella propria metà campo dalla grande pressione dell’Inter che affondava sulle fasce, con Perisic e Candreva. Ma, di fatto, nonostante l’atteggiamento “rastelliano” con cui è scesa la squadra in campo (nel senso che attendeva l’avversario e non attuava un grande pressing), l’Inter non ha mai dato la sensazione di essere pericolosa, se non con il rigore sbagliato da Icardi. Questo anche per merito del Cagliari che, rispetto alla gara di Torino contro la Juve, si difeso con ordine e compattezza.
Nella ripresa il Cagliari è uscito dalla propria tana, giocando quasi a sorpresa una partita a viso aperto puntando sulle ripartenze di Melchiorri e Sau. Ed è forse per questo motivo che, nel momento migliore, ha subito il gol del momentaneo svantaggio siglato da Joao Mario. Ma anziché subire il contraccolpo psicologico, il Cagliari ha continuato a giocare in contropiede, sfruttando anche gli spazi che concedeva l’Inter. E ha trovato prima il gol con Melchiorri, con una giocata straordinaria su intuizione di Di Gennaro dal limite, poi ha schiacciato la squadra neroazzurra sulle fasce ed è così arrivato il raddoppio, sempre per merito di Melchiorri.
In effetti, De Boer dopo il gol del vantaggio di Joao Mario ha commesso l’errore di togliere l’uomo che dava maggior equilibrio a centrocampo, ovvero Banega. E l’altro errore è stato quello di passare ad una difesa a tre, dopo gli innesti di Eder e Jovetic. Questa scelta tattica è costata cara perché ha sbilanciato eccessivamente l’Inter (in netto calo fisico), lasciando quindi ulteriori spazi al Cagliari che ha saputo sfruttare in ripartenza.
Inoltre c’è da segnalare la grande prova di Borriello che nonostante i malumori per non essere partito nell’undici titolare, è subentrato a Sau e ha svolto una lavoro egregio, tenendo palla e facendo salire la squadra. Così come va elogiata la grande prestazione di Pisacane che è riuscito a contenere un “mostro” come Perisic, oltre a spingere in fase offensiva.
Una partita tatticamente perfetta. Una partita dove non si è visto un Cagliari che si è affidato alle individualità come magari accadeva in passato. Ma una squadra capace di imporre il proprio gioco nella ripresa, sfruttando i propri punti di forza con la consapevolezza dei propri limiti.
Grandi meriti vanno a Massimo Rastelli, perché non è semplice fare così bene quando non hai a disposizione giocatori come Ionita, Joao Pedro, Farias (e con un Dessena non ancora al 100%). E nonostante le assenze pesanti, il tecnico ha saputo ridisegnare la squadra con altri interpreti e ha attutato scelte tattiche che stanno trascinando il Cagliari in piena zona Europa League.
