Accento toscano, faccia da ragazzino e qualità tecniche da categoria superiore. Niccolò Giannetti si è conquistato la Serie A e il cuore dei tifosi rossoblù. Lo ha fatto a modo suo: a suon di gol. Sono nove in ventisette partite (solo dieci per 90’). A questi vanno aggiunti anche otto assist. Mica male come prima esperienza con la maglia del Cagliari. E il bello deve ancora venire.
Predestinato. D’altronde non è da tutti realizzare il primo gol in Europa League a 19 anni, con la maglia della Juventus, contro il Manchester City. Sono passati cinque anni da quella rete europea e Giannetti si è dovuto ricostruire una carriera partendo dal basso. Sei mesi al Gubbio in Serie B, sei mesi al Sudtirol in Lega Pro, di nuovo la Serie B con il Cittadella e il ritorno a Siena (sua città natale e squadra nella quale ha realizzato i primi gol nel settore giovanile). Poi la chiamata dello Spezia. In Liguria realizza 12 gol in un anno e mezzo, intervallati da un grave infortunio che lo costringe a stare ai box per sei mesi. La sua crescita è evidente, le sue caratteristiche uniche. Nato esterno offensivo, si trasforma in un attaccante moderno, abile sia come prima che come seconda punta. Capozucca lo inserisce nel suo taccuino e lo porta in Sardegna.
A Cagliari si conferma su alti livelli. Viene oscurato - per gran parte del campionato - dalla presenza di Melchiorri e Sau, ma l’attaccante senese classe ’91 si ritaglia il suo spazio con pazienza e mette nel mirino la doppia cifra, raggiunta solamente nella stagione 2013-14, ma con due maglie diverse (primi sei mesi giocati a Siena e seconda parte del campionato allo Spezia).
Di fatto, con Joao Pedro e Farias forma un "tridente" rapido, fantasioso e imprevedibile. Per caratteristiche tecniche e fisiche, i tre si sposano a meraviglia.
Il terzo brasiliano lo abbiamo in casa: si tratta di Niccolò Giannetti.