Il Cagliari arranca verso la Serie A. Nuova sconfitta, questa volta in trasferta "dove la squadra gioca in maniera più serena lontana da fischi e mugugni", così ha affermato il tecnico Rastelli durante la conferenza stampa della vigilia. Non a torto, vista la prestazione (sul piano del gioco e delle occasioni da gol) tuttavia non sufficiente per strappare un misero punto sul campo dell’Ascoli.
Uno stop che non compromette il cammino verso la massima serie, ma senza dubbio propone diversi spunti di riflessione, e “regala” nuove consapevolezze e forse delle verità.
Il fatto che la squadra costruisca tante occasioni da gol conta poco. Nel calcio questa teoria è quantomeno relativa, se non addirittura “falsa”. Si vince soltanto se la butti dentro più degli avversari. Il resto sono noiose statistiche.
Di concreto c'è solo il fatto che il Cagliari non sa più vincere. Ai rossoblù tremano le gambe. Il Crotone se ne va, e questa risalita nella massima serie rischia (a questo punto) di essere ricordata come una "vittoria mutilata". Il Cagliari ha il dovere morale di vincere il campionato, come da programmi societari.
Ma forse (a 7 dalla fine) emerge con prepotenza una verità.
Il Crotone merita di vincere il campionato. Anche perché il Cagliari è semplicemente una buona squadra. Per di più falcidiata per tutta la stagione da ogni tipo di infortunio. Insomma, tutto tranne che la fantomatica corazzata raccontata dalla maggioranza dei media fin da questa estate.
Così non fosse, la smentita arrivi dal campo. Cortesemente.