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Il "Del Duca", la casa dell'Ascoli che toccò quota 40000

Andiamo a conoscere l'impianto che domani ospiterà il Cagliari

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Ben sette anni furono impiegati per edificare la culla dell’Ascoli, che oggi vanta 54 primavere.  Lo stadio è intitolato ai fratelli Cino e Lillo del Duca, editori della città, che furono presidenti della squadra negli anni ’50 e ’60. Dalle loro menti nacque il quotidiano “Il Giorno”.

I lavori iniziarono nel 1955, ma bisognò attendere sino al ’62 per la gara di inaugurazione: l’occasione fu un’amichevole tra Italia e Inghilterra dilettantistica. L’impianto era di modeste dimensioni, se non che nel 1974 l’Ascoli viene promosso in Serie A. Per l’occasione il Del Duca viene rivoluzionato, e la capienza aumentata sino alla cifra spropositata di 40000 seggiolini, diventando uno degli stadi più grandi d’Italia. Una capienza che, ovviamente, non durò a lungo, e ben presto, complici le crescenti normative di sicurezza e le mutate ambizioni del club, lo stadio fu ridimensionato, passando a 34000 spettatori negli anni ’80, 28000 nei ’90, 24000 nel 2005 sino ai 17000 odierni, che fanno di esso comunque una struttura di tutto rispetto per la B.

Sino a circa vent’anni fa, inoltre, il Del Duca era usato come impianto polifunzionale, avendo attorno al campo la pista d’atletica.

Ha ospitato anche una sfida della nazionale nell’85: si tratta di Italia-Portogallo, match vinto dagli azzurri per 2-0 con le firme di Bruno Conti e Pablito Rossi. 

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