Il campionato cadetto italiano di calcio, come molti appassionati sanno, è un torneo molto equilibrato, da cui, ogni anno, emergono nuove realtà importanti. Quest’anno, per la promozione diretta in Serie A, si sta assistendo al duello tra due compagini rossoblù del Sud Italia: da una parte il Crotone di Ivan Juric, dall’altra il Cagliari guidato da Massimo Rastelli. Una sfida, quella tra queste due squadre, che è destinata a durare fino alla fine della competizione, quando mancano 11 partite al termine. La stagione 2014-2015 della Serie B è stata prevalentemente caratterizzata dal dominio di Carpi e Frosinone, che, poi, sono riuscite a conquistare una storica promozione nella massima serie (è stata la prima volta per entrambe). Ma in che modo gli emiliani e i frusinati hanno raggiunto l’obiettivo, come, invece, dovrebbe farlo la squadra isolana? Ecco, in questo senso, la nostra analisi.
OBIETTIVI E TIPO DI PROGETTO
Entrambe le neopromosse hanno iniziato lo scorso campionato cadetto con la consapevolezza di puntare all’obiettivo minimo, ovvero quello della permanenza nella categoria. Sia i biancorossi che i gialloblù hanno mantenuto intatto lo scheletro delle rispettive rose. Per quanto riguarda le guide tecniche, gli emiliani hanno voluto cambiare nel segno della continuità con la staffetta tra Pillon e Castori, mentre la società frusinate ha puntato nuovamente su Roberto Stellone, artefice della sorpresa Frosinone dalla Lega Pro alla Serie B. Discorso decisamente differente per quanto riguarda il Cagliari. Gli isolani, infatti, sono ritornati nel campionato cadetto a distanza di 13 anni dall’ultima volta. Il neo presidente della squadra sarda, Tommaso Giulini, però, ha voluto subito mettere in chiaro che i rossoblù saranno solo di passaggio in Serie B e che puntano decisamente a rifarsi, dopo l’ultima sfortunata annata nella massima serie. In questo senso, il nuovo numero uno dei sardi ha voluto attuare una decisa rivoluzione, atta a garantire il raggiungimento dell’obiettivo principale, ovvero il ritorno immediato in Serie A. Il progetto è partito con l’arrivo di un nuovo tecnico: la scelta della società isolana è ricaduta, a sorpresa, su Massimo Rastelli, ex allenatore di Juve Stabia e Avellino, considerato da molti addetti ai lavori come uno dei coach più esperti della serie cadetta. Per quanto concerne la struttura della squadra, la dirigenza ha messo decisamente le mani avanti ingaggiando giocatori già “veterani” della B e che facessero fare al Cagliari un deciso salto di qualità per il ritorno in Serie A.
STRATEGIE DI CALCIOMERCATO
Come già sottolineato in precedenza, le posizioni di Carpi e Frosinone, a confronto con il Cagliari, a livello di calciomercato, sono state decisamente opposte. Per le due neopromosse, oltre a confermare lo scheletro già presente nelle rispettive rose, l’intento è stato quello di puntare su calciatori giovani, polivalenti e dinamici, e su quelli di esperienza, che potessero dare un’alternativa ai loro allenatori, visto il budget piuttosto ridotto a disposizione delle società. A Carpi da segnalare gli arrivi di Mbakogu e Inglese per l’attacco, Suagher per la retroguardia, Lollo per la metà campo e Gabriel per la porta, mentre a Frosinone si è deciso di puntare su Dionisi e Masucci in attacco, sull’esperienza di Santana e Sammarco in cabina di regia, così come quella di Schiavi e Zanon per la difesa. Al Cagliari, invece, per raggiungere il traguardo promozione, non si è badato a spese.
Difatti, sono stati acquistati giocatori di livello, adatti sia per la cadetteria che per la massima serie. Il primo grande colpo è stato il ritorno in Sardegna, a distanza di 8 anni, di Marco Storari, portiere di ottima esperienza e affidabilità, arrivato dalla Juventus. Altrettanto interessanti gli arrivi di Bartosz Salamon e Luka Krajnc in mezzo alla difesa, oltre a Fabio Pisacane e Antonio Barreca sugli esterni. In cabina di regia, Giulini è riuscito a mettere sotto contratto i due migliori play – maker della passata annata di B, ovvero Davide Di Gennaro e Marco Fossati, arrivati rispettivamente da Vicenza e Perugia. Inoltre, a irrobustire ulteriormente la mediana, è arrivato Gianni Munari dal Watford. Rivoluzione importante anche per il reparto avanzato dei sardi. La dirigenza rossoblù, difatti, oltre a confermare i brasiliani Joao Pedro e Farias, ha puntato su un mix tra esperienza e gioventù: il nuovo direttore sportivo dei rossoblù, Stefano Capozucca, chiamato da Giulini per il suo Cagliari 2.0, è riuscito a portare nell’isola Federico Melchiorri, bomber di categoria prelevato dal Pescara (e cercato proprio dal Carpi per la massima serie). L’ex Ds di Genoa e Livorno, inoltre, ha raggiunto un accordo anche per Niccolò Giannetti, ex attaccante di Siena e Spezia. L’ultimo botto di mercato per l’attacco dei sardi, però, è arrivato a 15 giorni circa dalla chiusura del mercato estivo. Si tratta dell’ariete tanto richiesto dalla piazza cagliaritana. Il ballottaggio è stato tra Alberto Cerri e Felipe Avenatti. Il centroavanti ex Lanciano e Parma, alla fine, è stato preferito all’uruguaiano della Ternana.
A SCUOLA DI TATTICA
L’interesse dei tifosi e degli appassionati, oltre al calciomercato, è decisamente indirizzato verso gli schieramenti che i tecnici attuano una volta che le loro rose sono state completate. Tuttavia, quale tipo di modulo hanno attuato (o attuano tutt’ora) i tre coach in questione (Castori, Stellone e Rastelli)? Il primo predilige, come schieramento base, il 4-1-4-1. È un modulo derivante direttamente dal 4-3-3. Sono presenti i 4 difensori in linea: i terzini rimangono a difendere, i centrali sono veloci e tecnici. Ad impostare il gioco un unico play – maker davanti alla difesa. Sulla trequarti 4 giocatori (due esterni a tutta fascia e due fantasisti che facciano da collante tra centrocampo e attacco) a supporto del centroavanti. Questa disposizione prevede un forte pressing sugli avversari, ma il dispendio di energie è molto alto e difficile da reggere in 90 minuti di gara. Stellone, ex giocatore di Torino e Frosinone, punta sul classico 4-4-2. È uno schema che dà sicurezza e molta copertura al tempo stesso. Rastelli, infine, mantiene fede al tradizionale 4-3-1-2 che il Cagliari utilizza da tanti anni, nonostante il tecnico campano abbia fatto affidamento nelle sue esperienze passate al 3-5-2. Il modulo dei sardi, visti anche gli interpreti che lo compongono, ha un equilibrio significativo tra copertura e fase di attacco. Novità innovativa, visto lo schieramento, è l’inserimento di due play- maker in un centrocampo a 3 (solitamente il doppio regista si ha quando i due giocatori sono entrambi al centro del terreno di gioco). Uno è al centro, mentre l’altro funge da “falsa” mezzala. Di conseguenza, si ha una doppia opzione per l’impostazione della manovra.
NUMERI E CURIOSITA’
Come già detto in sede di presentazione, mancano 11 giornate al termine del campionato cadetto. I rossoblù di Rastelli hanno 61 punti in classifica, a -1 dal Crotone capolista. Ma un anno fa, com’era la situazione per Carpi e Frosinone, a questo punto della stagione? I numeri parlano chiaro. I biancorossi emiliani erano in testa al campionato con 59 punti, mentre i gialloblu frusinati erano a quota 49, al secondo posto.
IN CONCLUSIONE
Mercato, tattiche e strategie a parte, il Cagliari, con la sua forza e i suoi mezzi, può ambire decisamente al ritorno immediato nella massima serie. Ci sono tutti i presupposti per fare un ottimo finale di stagione e, di conseguenza, salutare la Serie B dopo appena un anno, come già sottolineato dal numero uno degli isolani, Giulini, all’inizio della preparazione.
