Un portiere da Serie A per la Serie A. Marco Storari, con 39 primavere alle spalle, continua ad essere sempre più determinante per le sorti della stagione del Cagliari. Non solo per le parate, alquanto importanti, ma anche per il carattere, il carisma, la grinta e la mentalità vincente, portata dalla Torino bianconera, coltivata col passare degli anni, e trasferita nel DNA dei compagni di squadra.
I tre punti conquistati contro il Pescara, che hanno permesso ai rossoblù di avere un piede e mezzo in Paradiso, sono passati dai suoi guantoni. Anche se il pomeriggio era incominciato male, con il gol degli abruzzesi dopo appena 120”. La rete del Sant'Elia, a distanza di due mesi (l'ultima volta il 19 dicembre, ci pensò Rosina del Bari), è tornata a gonfiarsi a causa del tracciante di Torreira.
Gli uomini di Massimo Rastelli sono stati chiusi all'angolo da un Pescara col petto di fuori, pronto a colpire ancora ma che si è trovato davanti, dall'altra parte del ring, un muro divenuto invalicabile. L'estremo difensore del Cagliari ha ripetutamente incitato i suoi compagni e sulla sirena, prima su Caprari (in uscita bassa costringendo l'attaccante biancoazzurro a perdere l'attimo per la conclusione) e poi su Lapadula (con un intervento rischioso, tempestivo e decisivo, coi pugni), ha negato altre gioie agli avversari.
In avvio di secondo tempo, Storari è stato costretto ancora a fare la voce grossa in una situazione di calcio d'angolo quando Lapadula, nell'area piccola, ha provato a ribadire in rete una palla velenosa; senza però aver fatto i conti con il 30 rossoblù che in tuffo, dove gli altri mettono i piedi, ha messo la faccia e le mani, disinnescando il possibile raddoppio e tenendo a galla i suoi. Una parata che, come per magia, ha fatto scoccare la scintilla nei compagni: Farias ha pareggiato, lo ha seguito a ruota Giannetti propiziando lo sfortunato autogol di Lapadula. 2-1: la rimonta è stata completata.
Poi, il guardiano dei pali si è esibito in interventi più agevoli, abbassando la saracinesca. Al triplice fischio finale Storari ha ricevuto gli applausi del pubblico e l'abbraccio da tutti i compagni. Negli spogliatoi, a confermare l'importanza del felino coi guantoni, ci ha pensato Tommaso Giulini, dichiarando apertamente che il successo è stato merito dell'estremo difensore.
Chi l'avrebbe mai detto che un portiere del suo livello, reduce da quattro scudetti con la Juventus, due finali di Coppa Italia vinte da protagonista e da una Champions League vistasi sfuggire sotto il naso, si potesse calare in una realtà come quella della Serie B. Storari è tornato a Cagliari, in una terra che l'ha amato e che continua, incessantemente, a volergli bene. Uno solo l'obiettivo, prefissato all'inizio della nuova avventura: il ritorno tra i grandi, in A. E ci sta riuscendo alla grande.
