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Il sogno di Colombatto

Il giovane argentino, già nel giro della prima squadra, lavora per ritagliarsi uno spazio tra i “grandi”

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Da Còrdoba a Cagliari, passando per Buenos Aires. Il percorso è stato lungo, faticoso e tortuoso ma, dopotutto, i traguardi non si raggiungono senza aver sudato e stretto i denti.

La storia di Santiago Colombatto, che compirà 19 anni il prossimo 17 gennaio, parte dalla lontana Argentina.

I primi calci al pallone dati nei campi di periferia, polverosi e pieni di insidie, con gli amici di infanzia. Un gomito sbucciato di là, un ginocchio sanguinante di qua. Ma che importa, l'unico pensiero era divertirsi, segnare e, soprattutto, continuare a coltivare il sogno di diventare un giocatore professionista, calcando i palcoscenici più ambiti e prestigiosi.

Ed è quello che è successo a Colombatto, pescato dal River Plate quest'estate, “provato” dal Cagliari durante un torneo giovanile a Zagabria e immediatamente tesserato. Perché l'argentino, che si ispira a Fernando Redondo e del quale prova ad emulare le gesta, con la sfera tra i piedi ci sa fare.

Alla corte di Max Canzi nella Primavera rossoblu si è messo subito in luce, prendendo per mano la squadra, dettando i tempi di gioco in mediana e, di tanto in tanto, mostrando la garra agli avversari: coraggio, forza, perseveranza, la grinta di non mollare mai per provarci fino alla fine.

E così, in una notte fredda e nebbiosa in quel di Reggio Emilia, la chiamata da parte di Massimo Rastelli per la sfida di TIM Cup contro il Sassuolo. Non ha tradito il ragazzino, che ha giocato l'intera partita, lasciando tutti a bocca aperta per maturità, intelligenza tattica e senso del dovere. Presidente, allenatore e compagni in piedi ad applaudirlo. E nella tarda serata, appena dopo il fischio finale, il regalo più grande, il primo contratto (fino al 2018) da professionista. Un sogno che si è realizzato.

Questo, però, non è un punto d'arrivo bensì di partenza. Poiché Colombatto, successivamente, ha continuato a prendersi la scena nel campionato Primavera, collezionando convocazioni in prima squadra e, addirittura, calcando l'erbetta del Giuseppe Meazza di Milano nell'Ottavo di Finale della coppa nazionale. E' stata una delle poche note liete di sera (l'Inter ha vinto 3-0), dimostrando spirito di sacrificio e personalità.

Ora, per Santiago un nuovo obiettivo, quello di ritagliarsi uno spazio importante tra i “grandi”, provando a mettersi ancor più in luce. Sarà, come affermato dal presidente Giulini, in pianta stabile in prima squadra.

La strada è quella giusta e, come disse Sergio Bambarén, è arrivato “il momento di inseguire i propri sogni, il momento di prendere il largo, forti delle proprie convinzioni”

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