Guardi la carta d’identità e ti chiedi perché non appenda gli scarpini e i guantoni al chiodo, poi osservi la professionalità con la quale fa ingresso sul terreno di gioco nel corso degli allenamenti e delle amichevoli, e non puoi far altro che ricrederti.
Roberto Colombo, classe ’75, ha difeso la porta del Cagliari Primavera nel secondo tempo della sgambata in quel di Sanluri, sabato scorso. Ha incassato tre reti, d’accordo, ma ha anche effettuato interventi di grande qualità, dimostrando di essere tutt’altro che “bollito”, come si direbbe in gergo.
Oltre ad essere un serio professionista, silente per la maggior parte del tempo ma deciso e pungente quanto si conviene, è un ideale uomo-spogliatoio. I compagni di squadra gli portano grande rispetto, e lui cerca di trovare sempre qualche consiglio per i più giovani.
Il presidente Giulini lo sa bene, e i giorni scorsi ha prontamente chiuso le porte al Napoli, che lo richiedeva per averlo come terzo portiere. Fosse per il patron rossoblù, il buon Roberto verrebbe promosso secondo, una volta partito Cragno, con Montaperto terzo. Ma il ds Capozucca la pensa diversamente.
Ma l’estremo difensore, lusingato dalle parole al miele del presidente, non fa una piega. Chiede soltanto, nella prossima stagione (si facciano i debiti scongiuri), di difendere la porta rossoblù almeno qualche minuto in Serie A.
Sarebbe il giusto premio per l’apporto che, da dietro le quinte, offre ogni giorno alla squadra.
