Alberto Cerri, classe 1996 e davanti un futuro tutto da scrivere. A ragione, viene considerato uno dei migliori prospetti del panorama calcistico italiano.
Un "ariete", stazza e potenza fisica che impressionano. Bravo tecnicamente, intelligente e colto. Per un ragazzo di 19 anni è davvero tanta roba.
Cagliari la sua prima grande opportunità . Da non sprecare, e lui lo sa bene.
Lavora tanto in settimana aspettando il suo momento. Rastelli può contare su di lui, Alberto si farà sempre trovare pronto.
A Novara ha giocato a gara in corso. Ha partecipato all'assalto finale che i rossoblù hanno imposto ai padroni di casa nel tentativo pareggiare una gara purtroppo finita male e che ha fatto registrare la seconda sconfitta consecutiva in trasferta.
Il calcio e il Dio pallone sono però spesso tremendi ed ingiusti: avrà pensato la stessa identica cosa lo stesso Cerri, specie nel momento in cui, ad una manciata di secondi dal novantesimo, un traversone teso ha tagliato l'area di rigore ospite. Alberto stacca di testa, in maniera potente e prepotente, impatta la palla con violenza e con la forza di chi vuol "spaccare tutto" per poi vedere la rete gonfiarsi ed urlare al mondo tutta la sua gioia, quel io ci sono, eccomi!
E invece no, non è andata così. Il Dio pallone, per l'appunto tremendo ed ingiusto, ha deciso che la sfera dovesse invece uscire di poco. Una beffa. Sembrava fatta, un urlo strozzato in gola, la rabbia per ciò che poteva essere e non è stato.
Poteva essere il gol del pari. Un pari che avrebbe coinciso con la prima rete in rossoblù di Cerri. Importantissima: perché un attaccante vive per il gol, come è giusto che sia.
Ed allora se il Dio pallone è stato in quel frangente severo e bastardo nei confronti del buon Alberto, non c'e comunque da preoccuparsi, perché come scrive lo stesso Cerri:
"Nella feroce morsa delle circostanze non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte il mio capo è sanguinante, ma indomito".
Avanti Alberto, il meglio deve ancora venire!

