Ora tocca a te Diego. Sembra passato un secolo da quella trattativa estenuante dell'estate 2014: era il Cagliari di Zeman con ambizioni mai divenute realtà . E poi da quelle amichevoli in cui nessuno riusciva a contenere questo ragazzo.
E poi il campionato, e il Cagliari che va male, e le critiche a Farias, le etichette, le chiacchiere, le voci di chi giocava a dire "io l'ho detto sin da subito che era un bidone" e il silenzio di quelle persone quando il funambolo di Sorocaba ha reagito, e quel gol alla Fiorentina alla Diego (Farias sì, ma pure quell'altro).
E ora non può che essere il suo turno. Le statistiche parlano chiaro, il Cagliari vince solo con Farias in campo. Il brasiliano è il giocatore più imprevedibile della rosa rossoblù, l'unico in grado di saltare l'uomo con continuità e creare superiorità numerica. Senza di lui la manovra sarda risulta decisamente più scontata. Sarà anche vero che a volte ha reazioni evitabili, e che per gli avversari non dev'essere esattamente un simpaticone.
Ma Diego è un prendere o lasciare, un pacchetto completo che devi accettare. E contro il Cesena dovrà prendere per mano la squadra, caricarsela sulle spalle e portarla alla vittoria. Il Cagliari ha bisogno di lui, del suo artificiere pronto ad accendere la miccia e far scoppiare l'esplosivo rossoblù.
L'impressione è che questa partita, per non dire l'intera stagione, passa anche, se non soprattutto, dai piedi di Farias. Dalle sue invenzioni, le sue giocate, e i sorrisi che una giocata e il suo animo brasileiro sanno regalare.

