La stagione 2014 è iniziata con una rivoluzione che partendo dalla società , passando per la guida tecnica sino ad arrivare alla squadra, ha lasciato ben pochi punti fermi. Uno di questi è stato senza dubbio Luca Rossettini che dopo la partenza di Astori verso la Roma, si è ritrovato ad essere il leader di una retroguardia che la cura Zeman ha messo e non poco alla frusta.
Tante responsabilità per l’ex Siena: guidare un reparto a cui veniva richiesto di cambiare le proprie abitudini in virtù della necessità di costruire gioco partendo dalla retroguardia, coadiuvare l’inserimento dei tanti difensori centrali esordienti arrivati in estate, ed infine un maggiore peso specifico all’interno di uno spogliatoio che andava a fare i conti con il crepuscolo dei senatori. Sulla scia delle prestazioni fornite lo scorso campionato, Rossettini si è guadagnato le attenzioni del c.t. Antonio Conte, ma la stagione appena conclusa non è stata all’altezza delle aspettative.
Buone partite hanno fatto il paio con altre non prive di sbavature e carenze per uno come lui che vanta più di 200 partite in serie A. Le dichiarazioni rilasciate a retrocessione avvenuta portano a chiedersi quanto lui e alcuni dei suoi compagni fossero realmente convinti dell’impostazione tattica di inizio stagione, ma sulla professionalità e l’attaccamento alla maglia, i dubbi vengono diradati in men che non si dica.
Le sirene di mercato nonostante l’annata non proprio da incorniciare lo porteranno lontano dall’isola; il difensore padovano alla soglia dei trent’anni vuole giocarsi le sue ultime chance per palcoscenici migliori e chissà rientrare nei radar del c.t. Conte.
Rimane il rammarico per una stagione avrebbe dovuto segnare la sua definitiva maturazione. Con il Cagliari in A, difficilmente avrebbe lasciato l’isola.
Voto alla stagione: 5.