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Cagliari, le statistiche parlano chiaro… purtroppo!

Lontano dal Sant’Elia, la sterilità dell’attacco rossoblù è preoccupante

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Ancora una domenica all’insegna del rammarico e dei rimpianti in casa Cagliari. E ancora un turno di campionato a piangere su ciò che poteva essere ma che invece non è stato. L’ennesima ottima prova sul piano del gioco, purtroppo, ha fatto nuovamente rima con zero punti in cascina. Ma dove sta il problema? Dati alla mano, la risposta è più che certa: l’attacco asfittico, particolarmente in trasferta. È questo il vero tallone d’Achille del Cagliari.

Vediamo qualche numero. A livello generale, gli isolani hanno il quartultimo attacco della serie A con 19 gol fatti: peggio hanno fatto solo il Chievo (15 reti) e le attuali ultime due squadre in classifica, Catania (13) e Livorno (16). I rossoblù, inoltre, non hanno mai segnato più di due reti nella stessa partita e sette volte su venti (più di una partita su tre) hanno chiuso all’asciutto la gara: le goleade sono un miraggio per i tifosi cagliaritani. Per di più, la compagine sarda è l’unica assieme a Bologna, Udinese e Catania a non avere un “bomber” che abbia realizzato almeno 5 gol: Sau e Conti i migliori marcatori con 4 centri.

La difesa, invece, tiene bene con 29 gol subiti, inferiori a quelli incassati da squadre con ben altre ambizioni (ad esempio Verona e Milan, rispettivamente a 31 e 30). Esclusa la batosta con la Juventus e i tre gol incassati sia nella Milano rossonera che nel passaggio a vuoto casalingo contro il Bologna, nelle altre uscite il Cagliari non ha mai subito più di due gol, restando con la porta inviolata in tre circostanze.

I numeri si fanno ancora più preoccupanti, però, se analizzati con la discriminante casa/trasferta. Lontano dal Sant’Elia, infatti, i sardi hanno ottenuto soltanto 5 punti (peggio solo Atalanta e Livorno, con 4, e il Catania che addirittura fa registrare dieci sconfitte su dieci). Il Cagliari, in pratica, ottiene il 79% dei suoi punti in casa: solo Catania e Atalanta – rispettivamente 100% e 83% dei propri punti ottenuti a domicilio – fanno registrare un così ampio margine tra rendimento in casa e in trasferta. Tale tendenza si acuisce nella redistribuzione dei gol fatti tra partite casalinghe e trasferte. Il sodalizio sardo, in questo caso, primeggia di gran lunga col 79% (cifra ricorrente) dei gol effettuati in casa: giusto per capirci, la più immediata “inseguitrice” in questa speciale classifica, il Livorno, si attesta al 69%, dieci punti percentuali in meno.
Come già detto, il reparto arretrato tiene più che egregiamente lontano dalla Sardegna: con soli 12 gol subiti, la difesa rossoblù formato trasferta è la quarta della serie A, soltanto dietro a Juve, Fiorentina e Roma. Va un po’ meno bene in casa, con 17 gol incassati: solo il Sassuolo ha fatto peggio (23). Dulcis in fundo – ma mica tanto – i dati relativi all’attacco. Mentre in casa le bocche di fuoco sarde vanno mediamente bene (15 reti realizzate), in trasferta l’andamento è disastroso: 4 soli gol all’attivo, nessuno ha fatto peggio.

I numeri non mentono mai: la discrepanza tra rendimento interno ed esterno è clamorosa. E per certi versi anche inspiegabile, se si tiene conto delle spiccate doti da contropiedisti di alcuni uomini a disposizione di Lopez, qualità che in trasferta solitamente fanno sempre comodo. E allora, forse, la causa è da ricercarsi nell’atteggiamento tattico e comportamentale della squadra quando si trova lontano dal Sant’Elia: l’ottima tenuta del reparto arretrato, bilanciata dallo scarsissimo rendimento in zona d’attacco, sono elementi che parrebbero suggerire una eccessiva prudenza e un’impostazione votata più a “non prenderle”, anche se le ultime uscite (vedi Parma, Chievo e Atalanta) palesano probabilmente un processo di cambiamento anche se ancora in stato embrionale. Staremo a vedere.

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