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La metà non è la… meta

Un buon Cagliari per metà partita non è bastato per evitare l’ennesima sconfitta

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È davvero un peccato che le partite non durino un tempo solo, perché il Cagliari avrebbe qualche (misero) punticino in più. A Marassi si è intravvisto per almeno una buona mezz’ora un Cagliari diverso, più compatto e voglioso di imbastire un gioco corale attraverso delle trame che nascono dalla difesa e dai piedi di un buon Ceppitelli.

Una coppia di centrali che finalmente ha provato a far male nei calci da fermo, andando a pochi centimetri dalla rete del vantaggio.

Quella rete che nemmeno un M’Poku più disciplinato tatticamente, a volte protagonista nei panni del terzino, non è riuscito a trovare dopo una sassata dalla distanza.

Terzini capaci di inserirsi con continuità, propositivi con continue sovrapposizioni, hanno mostrato come una condizione fisica buona possa consentire alla squadra rossoblù di creare occasioni per un attacco comunque troppo leggero.

Centrocampisti aggressivi e dinamici, forse un po’ imprecisi, comunque puntuali negli anticipi, hanno completato un collettivo che per vari tratti della contesa, come già accaduto  in altre partite ha dimostrato di non meritare la B.

Purtroppo però, affermando un’ovvietà, le partite durano 90 minuti e puntuali come i goal presi, gli avversari alla prima accelerazione passano in vantaggio, senza subire poi nessuna reazione, di nervi o attraverso il gioco, dalla squadra guidata dal boemo.

Avere ancora fiducia, dopo l’ennesimo risultato negativo conseguenza di un gioco che a tratti latita e a tratti alimenta le residue e utopiche speranze, è onestamente difficile. Ancora qualcosa da salvare resiste; ripartire da ciò può essere ancora una volta l’estremo tentativo per una salvezza miracolosa.

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