C’è chi dice che quella parata con la gamba sinistra sul colpo di testa ravvicinato di Mauri sia la più bella da quando indossa la maglia rossoblù: probabilmente è vero.

Zeljko Brkic ha provato sabato pomeriggio a mantenere inviolata la porta del Cagliari, senza tuttavia riuscirci. Le reti della Lazio, però, non sono imputabili a lui, che nulla poteva fare sul gol di Klose, che è stato spiazzato dal rigore di Biglia (sarebbero stati due se il secondo non l’avesse spedito in curva), che si è allungato più che poteva ma non è riuscito a raggiungere il pallone calciato a fil di palo da Parolo.

Nessuna colpa, dunque, per il portiere serbo?

Non proprio. Due preoccupanti amnesie lo hanno caratterizzato nel corso della gara. Vi ha posto rimedio, d’accordo, ma gli errori rimangono: la prima, una respinta tipicamente “agazziana” o “cariniana” (provando a trovare illustri predecessori) su una conclusione dalla distanza di Candreva; la seconda, un passaggio killer per uno dei due centrali cagliaritani, talmente debole da essere intercettato da Mauri, il quale poi ha calciato addosso a Brkic.

Anche sulle uscite alte, che parevano essere al suo arrivo il pezzo forte, il portiere sta ultimamente trovando difficoltà. La mancanza di serenità della squadra si traduce inevitabilmente in una mancanza di tranquillità pure da parte dell’estremo difensore, il quale ora dovrà decidere quale volto mostrare, quello della “saracinesca”, o quello dell’anonimo professionista che di tanto in tanto ha le sue amnesie.

Dove è finito il portiere che all’Olimpico di Torino aveva regalato con i suoi prodigiosi interventi il pareggio al Cagliari? I tifosi rossoblù si augurano di rivederlo prima possibile.