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Il funesto presagio e il traguardo Vecino

Il goal del centrocampista uruguayano appare come uno scherzo del destino

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Nei giorni caldi del passaggio della società rossoblù da Massimo Cellino a Tommaso Giulini, si dovevano prendere delle decisioni in merito a giocatori che in prestito o con altre formule avrebbero potuto continuare a vestire la maglia del Cagliari.

Tra loro un giovane portiere promettente, un centrocampista romagnolo e un altro tra i più positivi, capace di conquistare una maglia da titolare nella mediana diretta da Pulga verso la salvezza. È di pochi giorni fa l’indiscrezione che annuncia la volontà del c.t. Conte di convocare in azzurro date le origini italiane, Matias Vecino, quel Vecino che ancora poteva recitare un ruolo da protagonista nella compagine rossoblù. Il suo goal a tempo oramai scaduto pare un funesto presagio, in una stagione onestamente poco fortunata per il Cagliari.

Il ritorno di Zeman ha ridato entusiasmo, in un Sant’Elia desideroso come non mai di spingere i propri beniamini verso un’impresa che sarebbe leggendaria. Il tecnico boemo, sorprendente nelle scelte iniziali, ha schierato una formazione inedita, dove nessuno al triplice fischio merita l’insufficienza in pagella. Alla distanza, il moto perpetuo isolano è andato ad esaurirsi, ma tra pali e goal immeritato allo scadere, viene da prendersela più con il fato, che con dirigenza, allenatore o giocatori.

La consapevolezza di disporre una rosa diretta da un allenatore che può portare una squadra unita ad un traguardo insperato, induce ad affrontare le prossime sfide con maggiore fiducia, senza soffermarsi eccessivamente su una mazzata psicologica difficile da mandare giù.

La matematica, fatta eccezione per il Parma, non condanna ancora nessuno, nell’attesa, che anche la Dea bendata inizi a poggiare la propria mano benevola sulla squadra rossoblù.

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