Analizzando la situazione del Cagliari alla ricerca di soluzioni possibili, si va sempre a cozzare contro gli stessi problemi: una formazione che cambia in continuazione, un modulo che dopo un periodo iniziale positivo risulta mal funzionante, una difesa ballerina e un attacco sterile.
Zola al di la della partita in Coppa Italia con il Parma non ha mai valutato l’ipotesi di schierare una difesa a tre. Tale soluzione porterebbe tre centrali di ruolo davanti a Brkic da scegliere tra i vari Ceppitelli, Rossettini, Diakitè, Capuano e Gonzalez. Avelar da tornante mancino verrebbe sgravato da una mole di lavoro difensiva, ritrovando campo per mettere a disposizione della squadra le sue doti offensive.
Dal lato opposto invece, il ritorno di Balzano o un Dessena maggiormente lucido andrebbero a completare un centrocampo a quattro, che preveda due mediani capaci di garantire un’adeguata copertura al trio d’attacco. In avanti la soluzione con due trequartisti e un’unica punta non sta dando gli effetti sperati, non tanto in termini di costruzione, quanto sul piano della finalizzazione, perciò le alternative sarebbe due: un tridente zemaniano con due ali e un terminale offensivo o un attacco formato da due punte sostenute da un trequartista.
Quest’ultima appare la scelta più adeguata con un impiego in contemporanea di Cop e Longo, gli unici nella carta capaci e abili nel gioco aereo e maggiormente indicati ai sfruttare i suggerimenti che, il nuovo modulo offrirebbe dalle fasce. In più di due mesi Zola ancora non è riuscito a dare un’impronta certa, basandosi su un nucleo di giocatori e un modulo sicuri.
La classifica, in virtù dei risultati delle dirette concorrenti pare continui ad aspettare la formazione rossoblù; tentare ora l’ennesima soluzione in grado di dare la svolta può essere ancora possibile. Perché non provare?

