Doveva essere la sua stagione, perché c'erano tutti i presupposti perché lo fosse. Innanzitutto Zeman, quell'allenatore con cui, al Foggia, segnò 20 gol mettendosi in mostra agli occhi dei talenti scout di mezza Italia.

Poi le cessioni di Pinilla e Nenè, che lo rendevano il giocatore di riferimento là davanti. Ma anche un avvio di campionato incoraggiante, con reti e prestazioni da protagonista. Poi arrivò quell'infortunio, quel maledetto infortunio, Sau costretto ai box e il Cagliari sprofonda, lentamente ed inevitabilmente.

Il crollo dei rossoblù porta all'esonero di Zeman e niente impedisce di pensare che senza l'infortunio di "Pattolino" oggi il boemo sarebbe ancora sulla panchina del club sardo.

Questo perché, piaccia o no, oggi il rendimento del bomber di Tonara risulta essere decisivo per le sorti del Cagliari. Non ci si può nascondere, la salvezza della squadra dipende dai suoi gol.

Per questo motivo risulta anche fondamentale trovare al più presto la sua collocazione tattica all'interno dell'11 titolare. Nell'ultimo match, quello contro il Torino, Sau è stato impiegato nel ruolo di trequartista nell'albero di natale alle spalle dell'unica punta Cop, ruolo che forse non si sposa al meglio con le sue caratteristiche.

Al momento la sua posizione prediletta pare essere quella di centravanti, nonostante la statura minuta.

È chiaro che per diventare titolare e soffiare il posto a Cop bisogna segnare, ma Sua sa come si fa. Del resto parliamo del bomber di Tonara, Pattolino #25.