A come Adán: nella letterina a Babbo Natale aveva chiesto la maglia originale con tanto di numero e nome personalizzato: evidentemente ha fatto da bravo nel 2013. Già idolo dei bambini, che ieri in qualche uscita spericolata lo hanno scambiato per un supereroe volante. Mazinga Z.
B come Bentegodi: altro che Sant’Elia. Avvistati diversi agricoltori padani con tanto di trattori e aratri nel parcheggio dello stadio veronese. Mancano le zappe, ma per quello ci pensa Pisano. Campo di patate (questo sì).
C come Corini: un vero signore. Sia prima che dopo il match ha parole al miele per la squadra e la società rossoblù. Un vero lord. Se non fosse per l’analisi della partita, nella quale afferma di aver visto tre nitide occasioni per il Chievo ma niente più del rigore per il Cagliari. Miope.
D come Dramè: più che un terzino sembra il campione mondiale dei 5000 siepi. Corre avanti e indietro senza soluzione di continuità e cerca ripetutamente di arrivare sul fondo: forse stimolato dalla scommessa fatta con Pisano e Murru su chi avrebbe effettuato più cross sballati. Fondista.
E come Ekdal: visto il clima del Bentegodi avrà ben pensato, prima di entrare in campo, di bere un po’ di vodka per patire meno pioggia e gelo. Spaesato.
F come Francesco Pisano: sarà pure poco apprezzato in fase di spinta, ma in fase difensiva Bombetta non si concede una sbavatura dal 2005. Meglio di una Fidelity Card. Usato sicuro.
G come Gol: quello che molto spesso manca al Cagliari in trasferta. Peggior attacco in trasferta della serie A con sole quattro reti, Cellino si è deciso a mettere un annuncio a pagamento su Subito.it: AAA attaccante da trasferta cercasi. Sterili.
I come Ibraimi: ormai Lopez non lo prende più in considerazione e gli preferisce Cossu, Cabrera e talvolta Ekdal. Sarà anche al centro di voci di mercato che lo vedono lontano da Cagliari, ma il povero Agim ormai si sentirà come quello che quando si fanno le squadre viene scelto sempre per ultimo. Ultima ruota del carro.
L come Lorenzo Ariaudo: furbo come una faina, sabato mattina corre subito a controllare il meteo per il giorno dopo. E notando le previsioni di pioggia battente per Verona, si fa cedere in un baleno al Sassuolo evitando così la trasferta in un campo a dir poco penoso. Astuto.
M come Mussi volanti: di voli se ne son visti pochi da parte degli undici “asinelli” gialloblù. Di asinate, invece, quelle tante, ma tante, ma tante. Deprimenti.
N come Nainggolan: anche domenica prova da vero leader, assiste i suoi compagni, quasi come un padre assiste i figli. Poi, all’aeroporto di Verona accampa la scusa più classica: “Mi allontano un attimo per comprare le sigarette”, abbandonando “moglie” (la Cagliari Calcio) e “figli” (compagni di squadra). Rimpianto.
O come Oronzo Canà: Ricordate lo scaramantico allenatore nel pallone? Nella prossima trasferta col Chievo bisognerà rivolgersi a lui e alle sue pratiche propiziatorie per centrare la prima vittoria contro i gialloblù nella storia del Cagliari: sale, cornetti, prezzemolo e finocchio. Macumba.
P come Pinilla: passa tre quarti di gara a spostarsi il ciuffo tirabaci dalla fronte, poi il lampo: si procura un rigore con un anticipo fulmineo sul difensore. Peccato che invece di buttarla dentro, miri un piccione di passaggio proprio in quell’istante. Povero: sarà stato spiazzato dalla vista di una curva Sud dietro la porta. Disorientato.
R come Rafa Benitez: dedica la vittoria del Napoli ai manutentori del manto erboso del Sant’Elia, giusto per farsi perdonare della castroneria detta il 21 dicembre a proposito delle condizioni del terreno di gioco dello stadio cagliaritano. Motivazione? Ha visto il terreno di gioco di Chievo-Cagliari. Sempre paraculo (a distanza di 2 settimane).
S come Sau: brutta copia del giocatore decisivo degli ultimi turni di campionato. Si spaura quando aumenta la pioggia e il campo inizia ad allagarsi. Tira un sospiro di sollievo quando Lopez lo sostituisce: aveva paura che, data la sua bassa statura, il livello dell’acqua gli arrivasse alla gola. Pesce fuor d’acqua.
T come Thereau: l’unico del Chievo a essere pericoloso. O quantomeno a provarci. Poco assistito dai compagni, ogni tanto si dà qualche pizzicotto per capire se sia solo un brutto sogno o meno. Isolato.
V come Vlada Avramov: non fa nemmeno fatto in tempo a godersi la maglia da titolare che si becca un’influenza che mette a rischio la sua titolarità dato che Adán, come un avvoltoio, tira fuori un’ottima prestazione e si candida anche per la sfida con la Juve. La notte Vlada viene avvistato mentre buca le ruote dell’auto del collega. Iellato.
W come Walter Sabatini: aspetta giusto il fischio finale per arrivare e prelevare il Ninja, portarlo via alla famiglia Cagliari (rea di non avere una dimora fissa e sicura) e darlo in affido a un’altra famiglia ben più agiata. Assistente sociale.
Z come Zazzaroni: il Simon Le Bon del giornalismo, anche a Natale ha avuto un pensiero per i tifosi del Cagliari, ai quali si è legato nella battaglia per avere uno stadio nuovo. A casa Zazzaroni iniziano ad arrivare mazzi di rose e scatole di cioccolatini provenienti da Verona: vogliono uno stadio decente anche da quelle parti. Solidale.