Stavolta il Cagliari torna a perdere, dopo tre gare in cui aveva portato a casa risultati positivi. La squadra di Semplici cade alla Sardegna Arena sotto i colpi di Cristiano Ronaldo, che si prende il pallone e regala il successo alla Juventus. Un 1-3 difficile da digerire ma anche un po' bugiardo per quello mostrato nella ripresa, dove i sardi meritavano qualcosa di più. Analizziamo cosa è andato e cosa invece no nel match contro i bianconeri.
Pregi
Sicuramente la reazione del secondo tempo, in risposta ai primi 45', totalmente sbagliati. I rossoblu si scrollano di dosso le paure e iniziano a giocare, mettendo in apprensione più volte la Juve che però è forte del largo vantaggio. Onore a Semplici che dall'inizio ha voluto affrontare a viso aperto l'avversario. È questo l'atteggiamento da cui si deve ripartire: cercare di imporre il proprio gioco, a costo di subire l'avversario, rimanendo sempre fedeli alla propria identità.
Una buona notizia poi arriva da Simeone, che finalmente torna al gol (non segnava da ottobre): un recupero molto importante dal punto di vista mentale, il Cholito servirà eccome in questa parte finale di stagione.
Gli isolani, nonostante il netto passivo, hanno dimostrato che quando escono dal guscio possono mettere in difficoltà chiunque, anche Ronaldo & Co. Una sconfitta così ci può stare, ma non sarebbe stata accettata se per tutti i 90' si fosse visto un Cagliari piatto e inerme. Invece non è stato così, segno che adesso c'è luce anche nei momenti bui.
Difetti
Se il secondo tempo è stato il Dr Jekyll, il primo ha avuto la faccia di Mr Hyde. Tre gol regalati, perché se da una parte bisogna fare i complimenti a CR7, dall'altra nel primo e nel terzo è stato lasciato troppo solo, e anche il rigore si poteva evitare. Ma al di là delle reti, i sardi non sono scesi mai realmente in campo. Sono parsi impauriti, timorosi, quasi bloccati. Sembravano tornati quelli di qualche settimana fa, spenti e pieni di dubbi. La caratura dell'avversario è stata determinante, la Vecchia Signora è pur sempre la Vecchia Signora, ma non è un alibi sufficiente.
Non si è riusciti a fare i compiti elementari che chiedeva il mister, ci si è dimenticati i passi avanti fatti nell'ultimo periodo. La difesa ha concesso troppo spazio, senza prendere le dovute misure, il centrocampo, complice anche una prova sottotono di Nainggolan e Duncan, non ha fatto filtro e si è fatto superare con troppa facilità. La circolazione della palla è stata lenta e poco lucida, con le maglie bianconere che erano dappertutto. Un black out durato troppo, che ha compromesso la partita mettendola su una salita troppo ripida.
Si riparta dalla seconda frazione di gioco, quello è il vero Cagliari. Alla prossima c'è lo Spezia, manco a dirlo, uno scontro salvezza.