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Cagliari, pregi e difetti della gara contro lo Spezia

L'analisi di cosa è andato e cosa invece no nel 2-2 della Sardegna Arena

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Serata beffarda quella del Cagliari, che viene agganciato dallo Spezia nel recupero, su calcio di rigore, dopo che avrebbe potuto chiudere la gara 3 o 4 volte prima, andando sul 3-1. Un 2-2 che brucia, e che farà riflettere molto Di Francesco e i suoi. Analizziamo cosa è andato e cosa invece no nel match della Sardegna Arena.

Pregi

Il secondo tempo, fino al rigore nel finale, è un assolo rossoblu. Il Cagliari, che era andato sotto nella prima frazione, rimonta in poco tempo, dimostrando carattere e personalità. Joao Pedro si conferma sui suoi livelli, ma la notizia più dolce è il ritorno al gol di Pavoletti, e non poteva essere una rete banale.

Durante la ripresa si è vista una squadra arrembante, senza paura, che ha fatto il suo gioco. Schemi semplici ma efficaci, sfruttando le fasce, dove Zappa è il solito martello. Carboni ha fatto bene, da terzino sinistro si è adattato e non ha sofferto più di tanto.

Difetti

È stato un Cagliari a due facce: il primo tempo è da dimenticare, lo Spezia fa la partita e Cragno salva il risultato. Raramente si era vista la squadra restare così spaesata e vittima del gioco altrui. Nessuno brilla e Provedel è spettatore non pagante.

Negli altri 45' la musica cambia, ma anche qui non va bene: tra Ounas, Joao, Cerri e Sottil i sardi potrebbero chiuderla con anticipo, ma la troppa leggerezza e il poco cinismo sbattono contro un destino già scritto. E infatti, negli ultimi minuti arriva il rigore dello Spezia: lì non sbaglia solo Klavan, ma l'intero reparto, perché si abbassa anziché restare alto, dando dunque la possibilità a Farias di imbucare dalla trequarti senza alcuni pressione. I cambi poi non sembrano azzeccati: Cerri per Pavoletti può essere una mossa logica, ma l'ingresso di Faragò è sembrato schiacciare troppo la squadra.

Ora sarà dura metabolizzare un risultato così, ma è l'unico modo per crescere.

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