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È festa per i settantatrè anni di Domenghini

Compie gli anni uno degli eroi dello scudetto, ripercorriamo la sua carriera

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Il 25 agosto è un giorno di festa per il Cagliari dello scudetto: è proprio in questa data che, settantatrè anni fa, nasceva a Lallio, in provincia di Bergamo, Angelo Domenghini.
Già prima di arrivare in Sardegna, aveva avuto modo di mostrare le sue doti nell’Atalanta e nell’Inter, con cui aveva conquistato il suo “triplete” (Scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale) nel 1964 ed era anche già entrato nel giro della Nazionale. Come tutti i suoi compagni di allora l’arrivo in Sardegna, nell’ambito dell’operazione che portò Boninsegna a Milano, venne visto come una sorta di punizione per il suo atteggiamento un po’ troppo sopra le righe in seguito alle affermazioni della moglie del neo-presidente neroazzurro, Fraizzoli, che disse: “Sono meglio dieci minuti di Corso che novanta di Domenghini”. L’ala destra, che tra l’altro non ebbe mai occasione di giocare nel suo ruolo naturale con la maglia interista, a causa della presenza di Jair, rispose per le rime alla signora e venne spedito nell’Isola, dove però trovò la sua fortuna.
Arrivato nel 1969 divenne subito un idolo della tifoseria grazie alla grinta con cui interpretava il suo ruolo e la classe con cui si esprimeva: divenne una pedina fondamentale sia di quella squadra rossoblù, che qualche mese dopo diventerà Campione d’Italia, che di quella Nazionale che, nell’estate successiva, conquisterà quella splendida medaglia d’argento al Mondiale messicano che è passato alla storia per aver espresso la partita più bella del secolo: Italia-Germania 4-3 (Domenghini, tra l’altro, aveva segnato il gol che aveva permesso agli azzurri di qualificarsi ai quarti di finale del torneo, battendo la Svezia con il risultato di 1-0). 
Il giocatore lasciò la Sardegna nel 1973 per seguire Scopigno alla Roma e l’anno seguente passò al Verona, nel 1976 andò a Foggia, nel 1977 all’Olbia e chiuse la carriera nel Trento due anni dopo.
Da allenatore non ebbe molta fortuna se non nelle categorie inferiori: in Sardegna ha guidato l’Olbia e la Torres.
Noi però preferiamo ricordarlo per i successi che ha riportato sul campo, sia con la maglia rossoblù, grazie al quale è diventato uno dei miti di quel grande Cagliari, sia con la Nazionale, con cui è entrato nella storia.
Buon compleanno Domingo!

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