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Mattiello, l’arte di saper aspettare

L’esterno classe ‘95 sembra possedere le carte giuste per trovare finalmente continuità in Sardegna

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Essere etichettato come “finito” o “bollito” a 24 anni non è facile, ancor meno lo è se di mestiere fai il calciatore. Ma sono cose che, se fai questo mestiere, possono subdolamente accadere. Federico Mattiello lo sa bene, è da bravo professionista qual è non presta attenzione alle critiche ingiustificate della gente e continua dritto per la propria strada. Anzi, da queste trae forza per migliorarsi.

E’ una bella storia quella di Mattiello. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, esordisce in Serie A con la prima squadra nel 2014 con la reputazione di potenziale grande talento. Esterno ambidestro, capace di giocare su entrambe le fasce e di arrivare al tiro e al cross con efficacia grazie alla buona tecnica e all’ottima velocità. Tutto procede bene, poi la società bianconera decide di mandarlo in prestito al Chievo per farsi le ossa in Serie A con più continuità. Lì, dopo le prime buone apparizioni, il dramma: durante un Chievo-Roma, in uno scontro di gioco totalmente involontario con l’attuale compagno di squadra Radja Nainggolan (che andò anche a trovarlo all’ospedale dopo l’operazione), riportò una frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra che lo tenne lontano dai campi per sette mesi.

Nonostante i problemi, il Chievo rinnova il prestito ma dopo il rientro in campo Federico rimedia un altro infortunio, stavolta una frattura composta della stessa gamba. Comincia così un secondo lungo calvario che lo porterà a rientrare alla base per poi militare nelle piazze di Ferrara, Bologna, Bergamo (l’Atalanta al momento detiene il suo cartellino) e, infine, Cagliari. Però, nemmeno sull’isola la scintilla scocca subito. Maran, il tecnico dei sardi, lo vede poco e preferisce interpreti più esperti nel ruolo, seppur gli conceda qualche fugace apparizione.

Nulla cambia finché Walter Zenga, chiamato a sostituire il tecnico trentino, nota in lui qualcosa che potrebbe aiutare il Cagliari ad uscire dalle sabbie mobili che soffocano la squadra da 12 interminabili turni. E allora lo getta nella mischia: poco più di 20 minuti nella partita persa contro il Verona e 72 nella vittoriosa trasferta di Ferrara. E Mattiello, forse forte delle etichette che da un pò di tempo lo accompagnano, non ha deluso la fiducia riposta su di lui. Ha saputo aspettare la propria occasione e l’ha sfruttata bene, come sicuramente non gli capitava da un po’. 

Che sia per lui un nuovo inizio, con l’augurio che possa guadagnarsi il proprio meritato riscatto calcistico collezionando tante altre soddisfazioni con la maglia rossoblu addosso.

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