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Cagliari, la difesa primo problema da risolvere

Il nuovo tecnico rossoblù dovrà immediatamente cercare di registrare il reparto arretrato

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Maran è andato, i problemi del Cagliari invece ci sono ancora. Non sarà più il tecnico trentino a lavorare per risolverli ma Walter Zenga, chiaramente nel minor tempo possibile e senza rinforzi di sorta per la rosa.

Il milanese avrà l’arduo compito di rivitalizzare una squadra che al momento è spenta in attacco e disastrosa in difesa, partendo magari proprio da quest’ultimo reparto, negli ultimi mesi decisamente il più in difficoltà. I motivi possono essere molteplici e spaziano dalla semplice stanchezza fisica (difficile dopo un periodo di riposo forzato) alla perdita di fiducia collettiva, fino a sfociare in temi più tattici come la mancanza di filtro da parte del centrocampo. Fatto sta che da tre mesi a questa parte la fase difensiva del Cagliari non è più la stessa e ad esserne danneggiati sono i risultati.

A tal proposito è emblematica la partita contro la Roma, nella quale si è riusciti a realizzare tre reti subendone però quattro, alcune in maniera decisamente evitabile. Il primo gol di Kalinic per esempio nasce da un intervento mal riuscito di Pellegrini che, per quanto sfortunato possa essere, sembra allo stesso tempo figlio della mancanza di concentrazione che da un po’ di tempo attanaglia il giovane terzino. Più di tutto però fa impressione (in negativo ovviamente) l’atteggiamento registrato dai due centrali difensivi in occasione del terzo gol firmato da Kluivert: un vero disastro sia Pisacane, colpevole di farsi attrarre dalla palla per poi essere sovrastato da Kalinic, sia Klavan, lento nel reagire di fronte alla maggiore rapidità dell’olandese. Per non parlare delle responsabilità di quest’ultimo, condivise con Pellegrini, nella seconda rete dell’attaccante croato ex Fiorentina: tutti troppo molli, tutto troppo facile.  

Ora, tornando all’attualità, con Rolando Maran fuori dai giochi sarà dovere della prossima guida tecnica rimettere il Cagliari in carreggiata. Per riuscirci servirà innanzitutto intervenire sulla fase difensiva, vera croce della formazione rossoblù, e poi magari passare a quella offensiva, non così problematica da richiedere una rianimazione d'urgenza.

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