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Cagliari, ecco perché (al momento) non sei da Europa League

La mentalità che ancora manca per vincere quando serve

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Al netto di infortuni, squalifiche, errori e sfortune di ogni ordine e grado, una squadra pronta per giocarsi un posto in Europa, la si riconosce solitamente da un dato: le partite chiave le vince. Quelle determinanti fin qui giocate dal Cagliari (e sfumate) sono state sicuramente tre: Lazio, Parma e Genoa. Punti d'oro, che lasciati per strada, cominciano a pesare come macigni anche a livello mentale e di autostima del gruppo.

Vale la pena analizzare inoltre, come la pressione psicologica, nel girone di ritorno sia più ingombrante che all'andata ed anche in che termini gli isolani ne stiano pagando le conseguenze rispetto a squadre costruite in partenza per i posti di alta classifica.

Vincere in funzione di...

Se al girone d'andata infatti le vittorie assicurano crescita di gruppo e consapevolezza, al ritorno la faccenda è molto più calibrata. Escono fuori le reali intenzioni di classifica dei club, le pressioni aumentano, le giornate a disposizione diminuiscono. Vincere le gare, sapendo che il risultato utile sono i tre punti, diventa mentalmente molto più dispendioso.

La pressione di doversi confermare

Se nella prima parte di stagione 13 risultati utili di fila, sgranano gli occhi e aprono i cuori nell'incredulità generale, al giro di boa la stessa tifoseria diventa (giustamente) ancora più esigente. In questo clima (prezzo da pagare) doversi confermare è un banco di prova psicologicamente non facile per una squadra come il Cagliari, tendente alla crescita, ma di sicuro ancora non certo una big.

Misurarsi con i destini degli altri

Gli obbiettivi di tutte le squadre cominciano ora (vicendevolmente) a pesare. Che sia per la corsa allo Scudetto, alla Champions o alla lotta per non retrocedere, chi hai difronte non ti regala più nulla perché per primo, persegue i suoi obbiettivi. Uscire allo scoperto a giocarsela è quanto di più bello se hai la mente sgombra, ma quanto di più affannoso se hai paura. La gara di Genova ne è un esempio, dove con più freddezza e lucidità, chi possiede i mezzi pronti per l'Europa di certo non esce sconfitto.

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