Prima Cigarini, poi Oliva. Il Cagliari nel giro di una settimana ha perso i suoi registi. A Genova sarebbe dovuto scendere in campo quello uruguagio al posto del numero 8, squalificato durante la gara contro il Parma, ma un attacco febbrile ha fermato pure lui.
Ecco che allora i sardi sono statti costretti a cambiare giocoforza veste, passando dal 4-3-1-2 (o 4-3-2-1, dipende da come lo si guarda) al 3-5-2, lo stesso modulo del Genoa. L’alfiere da sacrificare è stato Radja Nainggolan, che da trequartista è arretrato in cabina di regia sulla stessa linea di Faragò, Nandez, Ionita e Pellegrini. Il Ninja ha giocato comunque un match da 7, nonostante la sconfitta, ma con questo assetto gli uomini di Maran hanno perso sicuramente qualcosa dal punto di vista della manovra.
L’assenza dei due architetti del gioco ha reso la trama rossoblu decisamente più lenta e prevedibile, sfruttando poco le vie centrali e prediligendo perlopiù i passaggi orizzontali, con risultati piuttosto magri. Le uniche palle gol della giornata del Ferraris sono arrivate dalle corsie laterali con qualche cross insidioso e dalle iniziative personali di Nainggolan, il migliore dei suoi.
Senza un direttore ad orchestrare la manovra gli isolani hanno perso quella verve mostrata contro Parma, Brescia e pure a San Siro di fronte all’Inter capolista. Lì c’era Oliva, diverso da Cigarini per dinamismo e tempi di gioco, ma la prova offerta è stata comunque positiva. Con il Professore la costruzione parte dal basso e, grazie alla lettura dei movimenti dei compagni e a una testa che ha sempre una marcia in più degli altri, le soluzioni offerte sono più pericolose: uno, due tocchi e si arriva nei pressi dell’area di rigore avversaria.
Con il collega uruguaiano invece, non c’è più quel palleggio raffinato ma, in compenso, in fase di non possesso si ha un vero e proprio frangiflutti, con un bottino consistente di palloni recuperati e, inoltre, Oliva ha la caratteristica di venire a prendersi palla dai centrali di difesa e portarla per buona parte del campo, scambiandola attraverso fraseggi ravvicinati con gli altri centrocampisti e offrendo così un’opzione di scarico e appoggio, soprattutto durante situazioni di pressing.
Contro il Grifone si è avvertito il peso di queste due assenze: mai il Cagliari aveva giocato senza uno dei due, se non si contano le prime due di Serie A. Da domenica almeno uno tornerà a disposizone, e anche se non ci sarà Nainggolan (stavolta è lui quello squalificato) i sardi avranno comunque guadagnato qualcosa.