Il Cagliari è in un limbo.
Dopo quattro sconfitte di fila in campionato e l'eliminazione dalla Coppa Italia, la banda Maran ha l'onere urgente di dare segnali di ripresa.
Se i tifosi garantisti predicano ulteriore pazienza in virtù di un ottimo sesto posto, quelli scettici che vedono nero e una squadra in apnea sono in costante aumento. Il terreno della disputa è come sempre ciò che dice il campo. E se i primi parlano di un calo fisiologico che ci può anche stare, per i secondi contano i punti svaniti e le occasioni mancate.
Alla vigilia della prima di ritorno, questo è lo stato dell'arte del tifo isolano.
Appare dunque chiarissimo che già da domenica a Brescia, i rossoblu siano davanti ad un bivio. Invertire la rotta e cercare risultati, o continuare a cedere terreno alle inseguitrici. Due strade parallele che detteranno un pezzo di futuro. Se da una parte infatti è ancora tutto possibile in chiave europea, dall'altra si rischia di cadere nell'anonimato di metà classifica.
Si tratta di saper sfruttare il tempo utile e usarlo come arma per correggere le criticità . I giochi sono ancora aperti, ed ecco il perché: metà campionato ancora da giocare e 57 punti da contendersi. La stagione del centenario è pertanto tutta da scrivere.
Consegnato ormai agli atti invece, è il girone d'andata. In estrema sintesi, 13 risultati utili consecutivi e un mese finale da incubo. Elementi entrambi da valutare, sia in chiave tecnico-tattica che probabilmente anche in ottica mercato.
Con una guida tecnica che non dispone d'altro rispetto ciò che schiera in campo, ed una rosa che nei singoli pare non trovi più le risorse necessarie, sarebbe forse auspicabile anche da parte della società , qualche acquisto ponderato e che da subito incida sul piano del gioco.
Se di ambizioni si deve parlare infatti, esse vanno alimentate a tutti i livelli. Anche con possibili nuovi arrivi. Indovinare gli innesti giusti, in questo momento, sarebbe oltre che un grosso apporto di forze fresche, un grande segnale di competenza e volontà da parte del club a tutto l'ambiente.
Tutto quello cioè, che i tifosi attenderebbero. La sola narrazione del sesto posto infatti, per quanto inaspettato, non scalda più i cuori ad una piazza che vorrebbe ancora sognare o, al minimo, vedere la propria squadra non soccombere a mani basse come nelle ultime cinque uscite.