Maran è riuscito in questa stagione nell’intento di dare un’identità certa e un gioco capace di produrre frutti più che buoni. Quando però i convincimenti tattici non vengono supportati da attenzione, applicazione, caparbietà e freschezza atletica, il tutto diventa più farraginoso e meno orientato al conseguimento di un risultato positivo.
Le assenze di lungo corso e la stanchezza d’interpreti tanto utilizzati, hanno inevitabilmente portato il Cagliari di Udine nel collezionare la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella di misura con la Lazio.
L’andamento del match tuttavia ha raccontato anche una storia parallela, ovvero quella di una compagine che seppur stanca e povera di alternative è riuscita comunque nel produrre occasioni da rete. Frutto non di iniziative personali estemporanee, ma sempre legate ad un filo invisibile che manovra l’agire rossoblù.
Un’evidenza che continuerà ad orientare un lavoro importante, che in avvio di anno nuovo verrà vagliato da due impegni che rispondono al nome di Juventus e Milan.
Due test di difficoltà elevata, comunque affrontabili con i giusti argomenti e la convinzione che anche a Udine, seppur con una squadra non al meglio delle proprie possibilità , un risultato positivo è svanito davvero per poco.