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Ecco perché adesso hanno tutti paura del Cagliari

In cinque aspetti, il motivato timore degli avversari futuri

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Dopo otto turni di campionato i rossoblu di Rolando Maran sono al quinto posto in classifica con 14 punti. Numeri importanti, per una piazza che ora (giustamente) non smette di sognare. Una crescita esponenziale quella degli isolani, che ha prodotto, grazie alla costanza e al lavoro, una solida reputazione nel panorama calcistico di serie A.

I sardi (al momento) incutono non solo rispetto, ma anche una buona dose di timore reverenziale. Una fama maturata sul campo e che si rigenera, turno dopo turno, dalle migliorie sempre più marcate, di aspetti tecnici e caratteriali meritevoli di una attenta analisi.

Meno sbavature – In ogni reparto si gioca con sempre più cura per il dettaglio. Salvo i possibili  errori di contingenza infatti, il secondo uomo più prossimo all'azione resta vigile per aiutare il compagno protagonista in quel momento. Soprattutto in difesa e a centrocampo (zone nevralgiche) l'attenzione per i particolari è sempre maggiore. L'impressione fornita è quella di una grande organizzazione tattica e solidità di squadra.

Maggiore concretezza – Il risultato è quello che conta. E in questo, il Cagliari del centenario, sta imparando ad essere cinico. In oltre i punti sono legittimati sempre più da prestazioni di livello dove non mancano (oltre ai gol realizzati) anche le occasioni da rete, i tiri da distanza, le ripartenze in contropiede e la chiusura delle partite a salvaguardia del vantaggio aquisito e da mettere al sicuro.

Tenuta di campo – Che sia tra le mura amiche o lontano dal capoluogo sardo, i ragazzi di Maran riescono a stare (rispetto al passato) compatti tra reparti e lucidi anche quando si soffre. Alternando un ordinato contenimento in difesa, a disimpegni rapidi per il contropiede in velocità. Mascherando così, un atteggiamento (all'apparenza) sornione, ad una vivacità offensiva che esplode a sorpresa.

Pazienza d'attendere – Peculiarità mai venuta meno in questa striscia di sei risultati utili consecutivi dove a prescindere dagli avversari e dai campi, i rossoblu sono stati in grado di dare il giusto ritmo ai match. Aspettando (con Parma,Genoa e Spal) il momento propizio per accelerare e chiudere gli incontri, o lavorando di contenimento attivo (con Napoli e Roma) senza mai sfilacciarsi ma gestendo le proprie risorse nel modo più produttivo.

Unità d'intenti – Il gruppo è sempre più la vera forza di questa squadra. Un Cagliari privo di egoismi, ma che trova nel lavoro dei singoli, l'apporto decisivo per fare i risultati. Un giusto equilibrio tra il naturale protagonismo di solisti di livello e interesse del collettivo. Dove l'estro e le giocate personali si alternano alla collaborazione generale, aggiungendo al bene comune l'apporto individuale di ogni specifico calciatore.

 

 

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