Certi amori non finiscono. Fanno giri immensi e poi ritornano. Correva l’anno 1997. Un diciottenne Daniele Conti si affacciava per le prime volte nel calcio che conta. Quella era la Roma di Zeman. Il giovane centrocampista arrivava nella massima serie con l’etichetta del “figlio di”, senza apparenti meriti calcistici. Sono passati 17 anni, in cui Conti è diventato la bandiera, il simbolo del Cagliari, oltre uno dei migliori registi italiani. Il cerchio si è chiuso, perché l’allenatore boemo è stato presentato come nuovo allenatore dei rossoblù, capitanati da quel ragazzino che lui lanciò nel calcio che conta. Durante la conferenza di presentazione, ZZ ha sottolineato i progressi di Daniele: “È diventato un giocatore importante, il regista ideale. Si è tolto di dosso l’etichetta del calciatore raccomandato dal padre. È e sarà il leader dello spogliatoio”. Parole di grandissima stima, anche se Zeman non ha mancato di fare un appunto al suo capitano: “Dovrebbe prendere qualche rosso in meno”. Qualche giornalista ha ironizzato sul fatto che Conti dovrebbe essere preoccupato, conoscendo la mole di lavoro prevista dalla preparazione atletica del nuovo tecnico. Anche qui il mister si è fatto trovare pronto: “È merito della mia preparazione se lui gioca ancora”. Insomma un amore, quello tra Zeman e Conti, che non nasce oggi, ma ben 17 anni fa. In questi anni l’allenatore è passato per Fenerbahce, Napoli, Salernitana, Avellino, Lecce, Brescia, Stella Rossa, Foggia, Pescara e Roma. Daniele è stato al Cagliari. Solamente al Cagliari.