Quelli del San Paolo stati 90' di sofferenza, in cui i rossoblu hanno combinato pure qualcosa, ma senza affondare, tant'è che le sensazione generale era che il Napoli prima o poi la portasse a casa negli ultimi minuti o che si concludesse con un 0-0 da oro colato per il Cagliari. E invece arriva il gol che non ti aspetti, proprio nel finale.

Merito dei sardi, che hanno colto al volo l'attimo, quel momento in cui i partenopei hanno dato tutto, attaccando a viso aperto, ma lasciando scoperte le corsie laterali e solo due uomini a difendere dietro. Non poteva esserci frazione di gioco migliore per colpire. Come successo nel match prima, contro il Genoa alla Sardegna Arena, gli isolani la decidono sempre nel finale, quando gli avversari sono sbilanciati in avanti alla ricerca della zampata vincente.

La capacità di saper soffrire, di saper aspettare, insieme anche a un pizzico di fortuna che ti fa rimanere a galla, e poi l'affondo decisivo, i tre punti che arrivano anche un po' inaspettati, ma comunque meritati.

Il Cagliari ci sta facendo l'abitudine a infilare il nemico nel momento in cui sta meglio e concentra tutte le sue forze nell'assalto finale al fortino. Pure contro il Parma, sebbene mancasse ancora un quarto d'ora circa al triplice fischio, si addottó la stessa tattica: attendere che i crociati attaccassero a testa bassa per poi ripartire e chiuderla con il Cholito.

Quello che chiedeva Maran da tempo sta finalmente saltando fuori: saper leggere la gara e capire dove soffia il vento per mordere e portare a casa la preda. Meglio se nei minuti finali, ancor meglio se in casa del Napoli.