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Come cambia il calcio: ecco perché il Cagliari può spendere 10 Mln per Cerri

Dal campo all'economia sportiva: l'acquisto del centravanti è perfettamente sostenibile

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Nella giornata di ieri la Juventus ha annunciato, tramite nota ufficiale apparsa nel proprio sito, il riscatto obbligato di Alberto Cerri da parte del Cagliari. Le cifre dell’operazione si aggirano intorno ai nove milioni, bonus inclusi, pagabili in tre esercizi.

Qualcuno, nel capoluogo isolano e non solo, ha storto il naso, invocando persino bizzarri giochi di potere e gratuiti favori ai padri padroni del campionato. Il problema sta nel prezzo, perché in molti non giustificano come il Cagliari possa spendere dieci milioni di euro, per giunta per un ragazzo che ha ancora tutto da dimostrare.

La ragione sta innanzitutto in un calcio che cambia, che si evolve e che si adegua alle logiche del mercato. Negli ultimi anni si è registrato un significativo aumento dei ricavi, che ha concesso di alzare l'asticella anche in sede di mercato: gli esempi "di scuola" son gli acquisti in tripla cifra delle big europee, che stanno diventando sempre più consuetudine.

Se sino a pochi anni fa resisteva il record di 93 milioni e spiccioli pagati dal Real Madrid al Manchester United per le prestazioni di Cristiano Ronaldo, oggi gli assegni dei mecenati del pallone hanno conosciuto nuovi orizzonti, con giocatori ben più modesti (vedi Dembele) pagati più di 100 milioni.

Un'inflazione che ha coinvolto anche le piccole. Si guardi in Premier, dove anche le ultime in classifica possono permettersi esborsi da 20-30 milioni grazie agli ingenti ricavi dell'ultimo periodo. Il Cagliari poi, come altre “provinciali” del nostro campionato, quest'anno ha conosciuto un “arricchimento” dalla nuova ripartizione dei diritti televisivi, più equa e maggiormente tutelante le piccole realtà.

A tutto ciò si aggiunga la giovane età di Cerri, la dilazione del pagamento e i cinque anni di contratto, che consentiranno di spalmare l'investimento in un lustro e la perdita di liquidità in un triennio. A fronte di mezzo milione annuo di stipendio, l’investimento peserà a bilancio poco più di due milioni ad esercizio. Quando il bomber sarà completamente ammortato (estate 2023) avrà 27 anni, ancora in piena forma e potenzialmente in grado di siglare un altro quinquennale: tradotto, difficilmente potrà deprezzarsi, consentendo una plusvalenza quasi certa. Il discorso dei “soldi buttati” potrebbe valere se l’acquisto fosse di un trentenne che, andando a firmare un contratto (ad esempio) quadriennale, si ritroverebbe a fine ammortamento trentaquattrenne: il prezzo di cartellino sarebbe diventato nullo e l’investimento a fondo perduto, potendo contare sull’unica garanzia dei risultati di breve periodo.

Ecco perché, ad oggi, l’acquisto di Cerri è perfettamente sostenibile, come spesso accade per i giovani comprati e messi sotto contratto con scadenze di lunga durata.

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