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Il mercato regala a Maran nuove (e diverse) soluzioni tattiche

Tanti volti nuovi per il Cagliari in questa seconda parte di stagione. Per il mister isolano tante scelte su cui puntare e nuovi sistemi tattici all’orizzonte per sorprendere gli avversari

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Il calciomercato invernale è terminato e il Cagliari ha effettuato la più classica delle operazioni di restyling con l’acquisto di ben 8 giocatori (9 se si considera anche Walukiewicz che però sarà aggregato dalla prossima stagione).

Le armi per Rolando Maran ora sono molteplici in ogni zona del campo. Proprio per questa ragione, l’allenatore rossoblu può avere a disposizione da adesso in avanti anche nuove e diverse varianti tattiche su cui poter far riferimento. Eccone alcune.

4-4-2 diamond: Nonostante la rivoluzione di gennaio, rimane lo schema principale presente nel gruppo d’assi a disposizione di Maran. Come abbiamo sottolineato più volte anche in sede di Lavagna Tattica, il centrocampo è schierato a diamante.

I vertici del suddetto diamante sono occupati da due centrocampisti dalle caratteristiche diametralmente opposte: uno dalle doti difensive, che fa da scudo alla difesa e che rilancia l’azione (Cigarini, Bradaric o Oliva), mentre l’altro dalle doti offensive – ovvero il trequartista (Birsa, Barella o Joao Pedro) – viene schierato dietro le punte (Despodov, Joao Pedro o Thereau al fianco di Pavoletti o Cerri) per impostare il gioco offensivo con libertà di svariare su tutto il fronte d’attacco.

Nei vertici laterali della mediana, si suole utilizzare giocatori che sono più propensi a difendere e che sappiano effettuare entrambe le fasi di gioco (Ionita o Faragò al fianco di Barella, con Oliva e Deiola outsider).

La disposizione a diamante permette di avere superiorità numerica in posizione centrale e nella retroguardia, lasciando relativa libertà al trequartista (Birsa, Joao Pedro o Barella) di agire tra le linee.

Davanti al portiere (Cragno), vengono schierati 4 difensori: i 2 laterali – uno a destra (Srna, Faragò o Cacciatore) e uno a sinistra (Padoin, Pellegrini o Lykogiannis) hanno compiti di spinta e di copertura preventiva quando il pallone è in possesso degli avversari.

Il discorso è differente per quanto concerne i difensori centrali. Generalmente nel 4-1-2-1-2 vengono utilizzati due difensori forti fisicamente, capaci di contrastare gli avanti avversari nel gioco aereo e di mantenere la posizione.

Nel nostro caso, Maran predilige due centrali dalle caratteristiche diverse: uno per la fase di impostazione (Romagna o Ceppitelli) e uno per le marcature preventive (Pisacane, Klavan o Leverbe).

4-2-3-1: Questo modulo si contraddistingue per la sua versatilità, che lo rende adattabile a diverse situazioni di gioco. Per una sua corretta applicazione, sono importanti i movimenti dei giocatori selezionati in fase di non possesso palla.

Come nel 4-4-2 in linea o nel 4-4-2 diamond sopra citato, diventa fondamentale nella disposizione a 4 davanti al portiere (Cragno) l’apporto dei terzini in entrambe le fasi (a destra con Cacciatore, Srna o Faragò e a sinistra con Pellegrini, Padoin o Lykogiannis) e quello dei centrali con le marcature preventive.

I due centrocampisti davanti alla difesa (Ionita, Barella, Oliva o Deiola al fianco di Cigarini o Bradaric) assumono le funzioni di mediani, che devono collaborare in interdizione e spinta.

Il terzetto di centrocampisti offensivi che giostrano alle spalle del centravanti (Pavoletti o Cerri) è invece composto di due ali (Despodov o Faragò e Thereau o Pellegrini) e un centrale, al quale viene assegnato il ruolo di trequartista (Birsa, Joao Pedro o Barella).

Talvolta il centravanti può essere rappresentato dalla figura del falso nueve (gli stessi Despodov e Thereau).

4-3-3: Rappresenta la disposizione tattica utilizzata da Rolando Maran ai tempi di Catania. In termini tecnici, è il diretto discendente del sistema diagonale (meglio conosciuto come 4-2-4).

La difesa, in questo caso, mantiene i suoi compiti di copertura con i centrali (Romagna o Ceppitelli in impostazione e uno tra Leverbe, Klavan e Pisacane come “mastino difensivo), con i laterali (a destra con Cacciatore, Srna o Faragò e a sinistra con Pellegrini, Padoin o Lykogiannis) che vengono chiamati anche a spingere e supportare l’azione dei giocatori offensivi.

A centrocampo il ruolo fondamentale è quello del regista (Bradaric o Cigarini) che, grazie alle sue doti di impostazione e di costruzione, è decisivo nell’equilibrio tecnico-tattico della squadra. Doppia mansione per i due mediani (Ionita e Barella solitamente, con Faragò, Deiola o Oliva alternative), ai quali viene chiesto di ripiegare e di inserirsi in zona offensiva.

Poi c’è il capitolo dedicato agli esterni. Con i movimenti ad accentrarsi di quest’ultimi (Birsa o Despodov a destra e Thereau o Joao Pedro a sinistra), c’è la possibilità di creare la cosiddetta superiorità numerica con gli inserimenti dei centrocampisti o dei laterali che possono essere pericolosi in fase realizzativa o per mettere cross per il centravanti (Cerri o Pavoletti).

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