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Dopo Padoin, anche Faragò

I fatti dimostrano che entrambi i calciatori non sono dei terzini

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Il periodo che precede la riapertura del mercato è ricca di valutazioni ed ipotesi riguardanti la rosa nella sua interezza. Alcune situazioni tuttavia, non hanno bisogno di ulteriori approfondimenti o prove a sostegno di tesi specifiche.

A tal proposito, il match valso tre punti fondamentali al cospetto del Genoa, non ha apportato nuovi e rilevanti argomenti che vanno in controtendenza rispetto le dinamiche consolidate riguardanti Padoin e Faragò.

Entrambi considerati come terzini nelle previsioni di inizio stagione, ma nei fatti adattati e sacrificati, hanno restituito durante il girone d’andata più di una prova che va a cozzare con quanto espresso in fase di costruzione della rosa.

Se da un lato Padoin, a fronte di un’età sportiva non più giovanissima, trova notevoli difficoltà nell’arginare avversari rapidi e tecnici, Faragò dall’altro dimostra di non avere nelle proprie corde movimenti e tempi specifici del terzino puro, prediligendo la fase di spinta, così come quella di inserimento nei pressi della porta avversaria.

Tali evidenze, nonostante un’abnegazione ammirevole e indiscutibile, spingono per un forte ritorno alle origini di entrambi e il conseguente vaglio del mercato invernale alla ricerca di validi e immediati correttivi.

La costruzione di una base solida su cui fondare un Cagliari ambizioso passa dal chiarimento e dalla comprensione di alcune contraddizioni. Solo allora sarà possibile rivolgere con convinzione lo sguardo verso nuovi obiettivi, liberando e sfruttando tutte le potenzialità, anche quelle attualmente presenti nella rosa rossoblù.

 

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