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La silenziosa Nemesi di Marco Sau

Quel gol tanto desiderato che poteva sembrare un semplice ma crudele miraggio ora ha il significato vero e puro della sua rinascita

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Quella fuga verso l’area, quell’accelerazione, quello scatto e quel destro pieno di freddezza e precisione ma anche di rabbia e gioia al tempo stesso.

Il tempo che si ferma per quei pochi secondi che sembrano essere interminabili, dove tutto ti passa davanti agli occhi, pensando ad un passato buio, tetro, cupo, fatto di tanta sofferenza, di mal contento generale, di sfortuna e di qualche etichetta di troppo non propriamente felice.

Sono situazioni dure da accettare per un calciatore, non importa se sei un campione o meno tecnicamente, l’importante è se sei campione dentro, perché nel calcio è anche la mentalità che rende grandi. Marco Sau questo lo sa perfettamente.

Lui non ha mai smesso di lottare, di crederci, di essere semplicemente Sau, quel giocatore umile e serio, determinato e caparbio, che ha sempre lavorato in silenzio senza mai manifestare il ben che minimo segno di cedimento, anche quando alcuni pensavano che il suo percorso fosse oramai destinato a spegnersi inesorabilmente.

E proprio con quel consueto fare e agire silenzioso è arrivata la sua Nemesi, quel gol tanto desiderato che poteva sembrare un semplice ma crudele miraggio e che ora ha il significato vero e puro della sua rinascita, ovvero quell’inevitabile vendetta come atto di giustizia per tutto quel che ha dovuto subire e passare nel corso del tempo.

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