Sulla falsariga di quanto avvenuto nel match casalingo con il Toro, il Cagliari ha agguantato a Frosinone un pareggio prezioso, maturato grazie a una prestazione opaca e ambivalente, che restituisce tanti dubbi e poche certezze.
Sfide che in passato sarebbero inevitabilmente terminate con una sonora débâcle, grazie a una buona rosa affidata alla guida di un tecnico funzionale vengono ora aggiustate in corso d’opera immagazzinando punti preziosi, indispensabili al mantenimento di una dose di serenità e il veleggiare in zone poco pericolose.
Un rendimento collettivo evidentemente altalenante anche nel corso di una singola gara, è la diretta conseguenza della situazione di singoli incostanti e non sempre abili nel valorizzare doti intrinseche che appaiono innegabili.
Prove evidenti di una crescita palpabile ma sensibile, che tuttavia non può alimentare il raggiungimento nell’immediato futuro di una dimensione diversa. Se l’apporto di una maggiore dose di cattiveria e una diversa chiarezza sull’utilizzo e il valore di alcuni interpreti, appaiono dinamiche valide al conseguimento di un maggiore bottino in classifica da un lato, dall’altro non sono sufficienti al dirottamento definitivo dello sguardo verso intriganti traguardi.
Dopo quattordici partite, il Cagliari si candida così a una salvezza tranquilla, preziosa ma nulla più. Apprezzando il presente, in attesa del nuovo stadio e di un futuro migliore.