La trasferta di Parma di sabato pomeriggio ha effettivamente lasciato un brutto segno nella prestazione complessiva per il Cagliari di Rolando Maran. I fantasmi di Empoli sembravano essere svaniti con le successive 3 partite in cui i progressi e la crescita del collettivo hanno fatto ben sperare nella prosecuzione di tale evoluzione.
La realtà, però, ha mostrato qualcosa di molto diverso. Un flashback del tutto inatteso e improvviso ha fatto tornare indietro i rossoblu verso quei fasti negativi della prima uscita di campionato, dove si sono visti molti (e forse fin troppi) limiti di collaudo tecnico-tattici.
Un ritorno ad uno scomodo passato recente che mister Maran non avrebbe voluto rivedere dai suoi ragazzi in una partita comunque importante contro il neopromosso Parma, che da semplice schieramento da battaglia votato alla difesa del proprio fortino si è trasformato in un'armata vincente tale da mettere K.O. il muro eretto dall'esercito maraniano.
Il tempo per le riflessioni, tuttavia, in casa Cagliari, è davvero agli sgoccioli e la Sampdoria è dietro l'angolo, assetata di vendetta e col coltello stretto tra i denti dopo la beffa nerazzurra nello scenario sempre caloroso di Marassi, "La Bombonera" (stadio che ospita il Boca Juniors, al quale la struttura genovese - specie nel derby con la Samp - viene spesso paragonato per il gran tifo e le coreografie dei supporters) del nostro calcio.
Maran e il suo staff sono perfettamente consapevoli e studiano la strategia migliore per tornare a far punti e a sorprendere.
Da cosa deve ripartire, però, il Cagliari? In primo luogo i rossoblu sono chiamati a ritrovare la compattezza tra i reparti, in quanto contro il Parma si sono aperti diversi spazi per i contrattacchi dei ducali, con ampie praterie da sfruttare e con il Cagliari che spesso ha avuto molto più di un problema.
Oltre a questo, la formazione isolana deve rimettere in mostra anche la comunicazione rapida di pensiero in mezzo al campo, in modo tale che lo smistamento sia veloce e con uno (massimo due) tocchi per far ripartire l'azione.
Inoltre, aspetto non certo secondario, è l'identità fluida di gioco che, tradotto dal pensiero maraniano, significa costante (e ben calibrato) pressing alto, riaggressione del portatore di palla e conseguente ripartenza con annesso attacco alla profondità.
Infine, ultimo ma non meno importante, è la corsa corale degli interpreti durante le fasi di gioco, che consente al Cagliari di avere più opzioni a disposizione per potersi rendere pericoloso e imprevedibile in zona offensiva.
In definitiva, i presupposti per tornare a far bene ci sono tutti: ora sta al campo parlare.