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La mano (e la voce) di Maran

Il tecnico rossoblù ha definitivamente preso in mano la formazione isolana

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Il grande match disputato al cospetto dell'Atalanta di Gasperini ha avuto il merito di dissipare prontamente i pochi dubbi circa l'impatto di Maran sulla formazione isolana.

Dopo lo sfortunato esordio di Empoli infatti, il Cagliari appariva come un gruppo rimasto intrappolato nelle dinamiche involutive della passata stagione. Sassuolo in casa e Atalanta in trasferta a stretto giro di posta, hanno prontamente smentito tale teoria, innalzando Maran al ruolo di primo artefice del cambio di rotta.

Il tecnico ex Chievo, perseguendo le sue ferme convinzioni, ha instillato nel gruppo un nuovo modus operandi, rivolto al depotenziamento delle virtù avversarie, valorizzando le caratteristiche dei giocatori a disposizione.

Una squadra compatta, raramente schiacciata nella propria metà campo con Sau buon collante tra mediana e Pavoletti, ha distrutto sul nascere ogni velleità bergamasca, frustrando un collettivo scosso dall'eliminazione in Europa league.

Ciò è stato possibile grazie e attraverso una cura maniacale dei dettagli, una conoscenza approfondita delle qualità avversarie e una guida lucida ed attenta durante i novanta minuti di gioco. Non solo, il dietrofront sugli interpreti da schierare sulla fasce difensive e cambi in corso d'opera, hanno garantito una gestione sapiente e orientata al coinvolgimento di tutti gli interpreti a disposizione.

La sosta dovuta agli impegni delle varie Nazionali, garantisce ulteriore tempo al fine di affinare dettami e dinamiche già ampiamente apprese, ipotizzando il proseguimento di un percorso capace di proiettare il Cagliari e i suoi tifosi verso nuovi e importanti palcoscenici.

 

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