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Cagliari, ai blocchi di partenza: cosa ti aspetta?

Ad Aritzo, i rossoblù sudano per correggere e migliorare gli aspetti che hanno complicato la passata annata

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Il tapis roulant è azzurro come il mare, la maglietta dei portieri è dorata come la spiaggia e la seduta, seppur sotto il sole, non è per l’abbronzatura, bensì per «fare» il fiato e la gamba. E dalla controra di ieri, allo Stadio del Vento, il sapore del sale e il rumore del click per pubblicare le Â«storie» su Instagram sono stati sostituiti da quello dell’erba e del cronometro, che decreta l’alba e il tramonto dell’esercizio. Fino al 9 luglio – il cui pomeriggio darà in pasto la prima partita del Cagliari (ore 17,30, contro una Rappresentativa locale) all’interesse dei tifosi e al binomio taccuino-telecamera dei giornalisti –, Aritzo sarà la fucina di proprietà di Rolando Maran, nella quale dirigerà altre sei volte la formazione, alla quale sta inculcando il proprio verbo per farsi valere in serie A.

I punti di partenza – In maggio, contro l’Atalanta, il ciuffo castano di Luca Ceppitelli aveva compilato la pagella del Cagliari: il voto finale è stato «sufficiente», raggiunto da sedicesimo della classe con 39 punti (+4 sulla bocciatura), 11 vittorie, 6 pareggi e 21 sconfitte (una in più del 2014/2015, che portò in serie B), 33 reti realizzate (quarto peggior attacco) e 61 subite (quinto più friabile). Il campionato precedente, dalla 1ª alla 38ª giornata, è stato un susseguirsi di apprensione e timore: né Massimo Rastelli, né Diego López, né i giocatori sono riusciti a dimorare distanti dal basso. Uno scenario che Tommaso Giulini e Marcello Carli, fin dalla prima telefonata, hanno chiesto a Maran di non edificare nuovamente tra Asseminello e la Sardegna Arena.

Gli scricchiolii – L’allenatore, che in Barbagia non s’è portato chi ha il biglietto di sola andata – Alessandro Capello, Luca Crosta, Andrea Cossu, Niccolò Giannetti e Federico Melchiorri – e, chiaramente, Joao Pedro (squalificato, riprenderà a sudare in agosto), ha già scritto sulla lavagna, come da svariati anni, il suo mantra: il 4-3-1-2, con cui il Cagliari, nelle ultime tre sfide del 2017/2018, è andato di concerto (2 successi e un ko). Un elemento intangibile attraverso il quale Maran, ex stopper dai boccoli rossi, dovrà depurare la fase conservativa e l’offensiva: nella prima, gli anticorpi sono state deboli, con una media di 1.60 reti patite a incontro; nella seconda, l’imprecisione è stata il virus più diffuso e le statistiche degli attaccanti sono state tutt’altro che inebrianti, con Leonardo Pavoletti che è stato l’oasi (11 esultanze) in mezzo al deserto, Marco Sau (2) e Diego Farias (1).

Sempre avanti – Rolly ha cominciato il lavoro, con «entusiasmo» e «partecipazione» – come ha annunciato, post-seduta, su Videolina –, e con il cappello bianco, la sua settima vita in serie A, la diciassettesima complessiva. E con una citazione di David Livingstone, medico, missionario ed esploratore vissuto nell’Ottocento, che funge da generatrice di impulsi e s’è cicatrizzata nella sua mente: «Sono pronto ad andare ovunque. Purché sia avanti». Ai blocchi di partenza, sotto il sole e tra il sapore dell’erba e il rumore del cronometro, lui e il Cagliari non si voltano indietro.

 

 

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