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Pisacane, si è (ancora) ripreso tutto

Ancora una volta, il centrale difensivo ha superato le difficoltà ed è stato protagonista nel finale di stagione

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Prima, s’è appannata la finestra sulla vita, con la sindrome di Guillain-Barré; durante, quella sul calcio, con l’inchiesta Last Bet; infine, quella sulla serie A, con i play-off persi e il rischio della retrocessione. Quando l’aria è cimiteriale e il cielo ha spruzzate pumblee, Fabio Pisacane, a quattordici anni come a trentadue, è tetragono e, prendendo lo straccio, riesce a osservare la lucentezza e la trasparenza di quei vetri. L’ultimo di questi, l’ha reso limpido, poco meno di una settimana fa, contro l’Atalanta.

Su e giù – Per il giocatore, la terza stagione al Cagliari è stata porosa: s’è dovuto divincolare dalle scelte tecniche (le panchine sono state dieci), dai malanni fisici (l’elongazione al bicipite femorale della coscia sinistra l’ha fatto assentare per quattro incontri, e la ferita lacero-contusa al ginocchio destro, invece, solo per uno) e dalle espulsioni (due: una per doppia ammonizione, l’altra diretta). I mesi più complicati, dopo aver giocato sette partite consecutive – che sono state separate, in gennaio, dall’attecchire dei bisbiglii per una cessione –, sono stati febbraio e marzo, nei quali non ha preso parte alle sfide (sette). Ma, in seguito agli immaginabili soliloqui, Pisadog ha trangugiato le difficoltà, travalicandole e giocando sette delle successive nove.

A denti stretti – E domenica, alla Sardegna Arena, il centrale difensivo s’è posto dinanzi alla porta per la ventiquattresima volta, la ventiduesima dalla genesi della partita, facendo da buttafuori dell’area di rigore – appoggiato, da destra a sinistra, da Faragò, Ceppitelli e Lykogiannis – che, con «essenzialità» difensiva e protervia, ha evitato dispiacere ai tifosi. I quali sono stati definiti da Pisacane, come ha ticchettato su Instagram, «la benzina che ci ha fatto correre il doppio in queste ultime partite». È proprio nei 180’ finali, a Firenze e di fronte a La Dea, che il «19», dalla cui marcatura è stato tormentoso sviare – Simeone e Gomez, gli antagonisti, si sono arresi –, s’è rimpossessato della titolarità.

Ciò che verrà – Nella precedente sessione invernale di calciomercato, Pisacane è stato oggetto del desiderio del Benevento, del Bologna e del Verona, ma i corteggiamenti non hanno portato a un congiungimento sia per sua volontà, sia per quella della società. Con un contratto fino al giugno 2020, e il cameratismo con il pubblico rossoblù che s’è intensificato e va oltre il terreno di gioco, il trentaduenne non dovrebbe fare fagotto, ripartendo ancora dalla serie A. Quella che, dopo i differenti appannamenti, ha visto, con lucentezza e trasparenza, dalla sua finestra; e che, ora, non vuole scompaia più.

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