La partita casalinga con i rossoblù bolognesi offriva l'ennesima possibilità di redenzione per la squadra allenata da Diego Lopez, brillante e instancabile danzatrice tra le acque della zona retrocessione. Un'occasione ghiotta preceduta dalla chiacchierata trasferta di Milano, scientificamente affrontata al fine di permettere il completo riposo dei "pezzi da novanta".
L'undici iniziale scelto dal tecnico uruguayano ha confermato tali teorie largamente espresse nel corso dell'intera settimana, riproponendo sul prato verde modulo e interpreti capaci, almeno sulla carta di sconfiggere l'avversario di turno e guadagnare i punti necessari a mantenere un margine consistente sulle "corazzate" attualmente impegnate nella lotta per non retrocedere.
Al netto del gol ingiustamente annullato ad un Marco Sau apparso in netta crescita nelle ultime sfide, il Cagliari forte del turno infrasettimanale di riposo e sorretto dal tifo encomiabile del pubblico di casa, ha fatto ben poco, mostrando una disarmante penuria di idee.
Un primo tempo affrontato con la forza dei nervi piuttosto che con il supporto di convinzioni tattiche, ha fatto il paio con una seconda frazione timida, quasi la paura di un'eventuale beffa fosse maggiore della reale volontà di agguantare i tre punti.
Una realtà altamente preoccupante, resa meno aspra dalla situazione non idilliaca restituita dalle dirette contendenti.
Quattro sfide complicate separano il Cagliari dal termine di una stagione povera di soddisfazioni, ma carica d'interrogativi. Nulla allo stato attuale, sembra in grado di poter ridare dignità nel futuro prossimo ad una squadra tra le peggiori della recente storia rossoblù, nonostante una salvezza che tra mille peripezie e senza tanti meriti, sembra arriverà (per fortuna) ugualmente.