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Il Cagliari e l’ostinazione Cossu

Richiamato da Giulini, il giocatore non incide anche se López gli dà delle opportunità

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Quattro anni fa, le dita di Tommaso Giulini e Andrea Cossu si incrociarono, trasmettendosi forza e sicurezza. Che, però, non furono sufficienti per raggiungere l’obiettivo. Così, dopo una primavera, i loro palmi si allontanarono. Ma, in un pomeriggio di maggio del 2017, si ricongiunsero, per volontà di entrambi, col fine di riprovare la sfida mancata nel 2014. Il presidente scelse di regalare al Cagliari la vitalità, il brio e la prontezza con i quali il giocatore aiutò l’Olbia, nelle due stagioni precedenti, a immergersi e galleggiare in Lega Pro, e, nelle otto prima, i rossoblù in serie A. Sennonché, a poco più della metà del campionato, il «7» sta arrancando.

Il rientro alla base – Fu avvallato dalla fede nella società da parte di Cossu, dalla stima reciproca tra lui e Giulini ma anche da un’esigenza tecnico-tattica, poiché Massimo Rastelli prediligeva il 4-3-1-2 e sulla trequarti, oltre a Joao Pedro, serviva un «doppione». Di conseguenza, l’allenatore acconsentì al terzo mandato al Cagliari di Cossu, il quale venne posizionato in quel ruolo, per la prima volta, da Davide Ballardini. Dal febbraio del 2008, in Juventus-Cagliari 1-1, quelle zolle vennero calpestate sempre da lui. Che, solo in caso di necessità, arretrò per fare il regista. Ed è quest’ultimo l’incarico – oltre a quello di stare alle spalle dell’unico o doppio riferimento offensivo – che gli è stato assegnato da Diego López.

Gli intoppi – Sono stati di varia entità, l’una conseguenza dell’altra: l’età – il 3 maggio, il sardo toccherà quota 38 – la condizione fisica e la tenuta mentale. Impiegato in otto partite, sei in serie A e due in coppa Italia, Cossu ha mostrato di pensare calcio, muoversi e correre a una velocità inferiore rispetto ai compagni e agli avversari, riuscendo solamente a incidere con una rete, nella lotteria dei calci di rigore, nel terzo turno eliminatorio di coppa contro il Palermo (12/08/2017). Per il resto, ha commesso una sfilza di errori, come i quattro palloni persi in un tempo in Cagliari-Fiorentina (l’unico incontro da titolare in A), da organizzatore del gioco, che hanno costretto López a sostituirlo nell’intervallo. Oppure, nei 29’ contro il Napoli, le tre sfere perse.

Una fiducia continua – Tuttavia, El Jefe s’affida a Cossu per recuperare il risultato, come accaduto contro l’Inter e il Milan. Nella maggior parte delle occasioni, è la seconda o terza scelta per subentrare, anche se lo schieramento «lópeziano», il 3-5-2, non è consono alle caratteristiche del nativo di Fonsarda. Il quale proverà, con la vitalità, il brio e la prontezza che l’hanno «teletrasportato» di nuovo in rossoblù, a non rendere superflua la fiducia di Giulini e l’ostinazione di López.

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