Quando saper fare tutto diventa un problema. Perché se sei straordinario in qualcosa e semplicemente bravo nel fare qualcos'altro, nessuno noterà che te la cavi. Ma baderanno tutti alla clamorosa differenza tra te e la parte migliore di te.
Nicolò Barella, tuttocampista per vocazione, formidabile mezzala, ottimo trequartista, buon regista. Tanto è bastato a convincere la dirigenza che la riserva di Cigarini fosse pronta e finita in casa, tanto è bastato a Rastelli per schierarlo nel vertice basso nel rombo, tanto è bastato a Barella per disputare la sua peggior partita dell'anno. È vero, c'eravamo abituati anche un po' male, tra i suoi sette in pagella e le sue sontuose prestazioni.
Eppure la differenza di rendimento nei due ruoli è palese, e forse non è un caso. Confinato alla cabina di regia, Nicolò non riesce a mettere in luce il suo eccellente dinamismo, caratteristica che lo rende tanto un eccellente rubapalloni quanto un temibile incursore.
La sensazione, chiara e netta, è che 45 minuti siano bastati per accorgersi che il 18 in quella posizione perde una grossa fetta del suo potenziale, e non credo rivedremo ancora Barella schierato in quella posizione. Nel caso succedesse, aspettatevi la normalità , quella a cui Nicolò non si deve abituare, quella che nessuno deve insegnargli.
