“Juve, non sono alla tua altezza”. Così Mauricio Isla si era congedato dal club bianconero, approdando al Marsiglia prima e al Cagliari poi.
Un atto di umiltà, di cui non tutti i giocatori sarebbero capaci. Anzi. Il cileno, fresco della seconda Copa America consecutiva conquistata da protagonista, si è rimesso in discussione la scorsa estate in Sardegna.
Eppure, una preparazione approssimativa si è fatta sentire, con il ragazzo che per tutta la prima parte di stagione non è riuscito ad esprimere il meglio di sé.
A Genova, domenica scorsa, finalmente la prima rete, di pregevole fattura, e una costante scorribanda lungo la corsia di competenza. Ma per lui non è sufficiente, come ha spiegato nella giornata di ieri: “Non sono ancora pienamente soddisfatto di quello che sto facendo, sono molto critico con me stesso”.
Il lavoro è la sua parola chiave, la risposta vorrà continuare a darla solamente sul campo, per ritornare ai livelli di un tempo e far ricredere, una volta per tutte, chi lo ha definito un calciatore “bollito”. Chiedete ai tifosi dell’Udinese: loro non riescono a dimenticarsi il vero Mauricio Isla, quello che a suon di sgroppate in fascia, di resistenza fisica, di intelligenza tattica e di aggressività, li portò ai preliminari di Champions.
