Stavolta non un imbarcata ma una brutta sconfitta che non si doveva rimediare: comunque sia, siamo davanti all'ennesima pessima figura (neppure un tiro in porta) da parte del Cagliari, che riesce nell'impresa di perdere anche contro l'Empoli (diretta concorrente nella lotta salvezza), alla faccia dei tanti sbandierati 20 punti, diventati ormai un pericoloso ritornello di cattivo gusto.
Ai toscani non sembrava quasi vero di esser riusciti (dopo una manciata di minuti) a gonfiare la rete; il peggior attacco della Serie A (prima del fischio d'inizio 7 reti realizzate e concentrate in sole 3 gare) ha così mandato nuovamente al tappeto l'ormai tristemente famosa peggior difesa d'Europa, quella del Cagliari, che "vanta" ora 39 palle raccolte dal sacco.
Un Cagliari senza anima né idee, specchio del proprio allenatore che versa in uno stato di totale confusione tattica e di gestione tecnica e del gruppo. Continui esperimenti, giocatori scarichi, fuori ruolo e troppo spesso svogliati e sulle gambe. Impotenti davanti a tanti, troppi avversari.
Gli infortuni non possono rappresentare un costante alibi, così come il rigore prima concesso e poi tolto, idem quello fallito: qualcosa di più importante (evidentemente) non va.
Al Presidente il compito di decidere che fare. A lui e al ds Capozucca. Perché per metter fine a questa indecente agonia, occorre il coraggio di saper prendere decisioni (anche drastiche) ma obiettivamente necessarie. Via chi non è in grado di onorare al meglio il proprio compito e la maglia del Cagliari.
Non si scelga di perseverare su questa strada, ora basta!

