È la stagione 1963-1964. Una vita fa, se ci si pensa. Eppure, in quella stagione sono due le novità che segnano la storia rossoblù: per prima cosa, alla fine di quel campionato, il Cagliari conoscerà per la prima volta la serie A. Inoltre, in questa stagione, arriva Luigi Riva, un ragazzino di appena diciannove anni direttamente dalla Lombardia: probabilmente colui che ancora per tanti anni sarà considerato come il più grande uomo (non solo calciatore) che abbia mai vestito la maglia rossoblù. Ma parliamo di questa stagione.
Arturo Silvestri guida ancora la formazione sarda che, rispetto all'anno precedente ha perso qualche elemento, come Umberto Serradimigni. Siamo alla quindicesima giornata e il Cagliari è primo in classifica a quota diciotto punti, alla pari del Varese: finora i rossoblù hanno ottenuto sei vittorie (contro il Prato, il Foggia, il Monza, il Cosenza, il Catanzaro e il Palermo), sei pareggi (con il Napoli, l’Alessandria, il Padova, il Varese, la Triestina e il Verona)e due sconfitte (contro il Brescia e il Potenza ). Le reti fatte sono solo dieci (l’attacco rossoblù è il quintultimo del campionato come quello del Prato, penultimo in classifica) e quelle subìte sono otto (la difesa è la seconda migliore della serie A, come quella del Brescia. Meglio ha fatto solo il Varese, a quota quattro).
La gara di oggi vede i sardi alle prese con un avversario che ha una grande tradizione: il Venezia, appena tornato in serie B e dodicesimo in classifica a quota quattordici punti. I rossoblù ci mettono solo ventuno minuti a passare in vantaggio, con Tonino Congiu, e altri sessanta per fissare il risultato sul definitivo 2-0 con Ricciotti Greatti (che a fine torneo si confermerà il miglior marcatore del Cagliari).
Con questo risultato i rossoblù passano in testa alla classifica, grazie alla sospensione per nebbia della gara tra Verona e Varese (recuperata il 9 febbraio del ‘64 e persa per 3-1 dai lombardi).
Ancora sei mesi ed entrambe, comunque, potranno festeggiare la promozione in serie A.