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Turismo dei Cammini e Fondazione Cammino francescano in Sardegna

Lungo i sentieri sardi, alla scoperta di borghi e coste, torri e miniere

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Se volessimo ricercare il nome della seconda isola più estesa del Mediterraneo in un qualsiasi motore di ricerca, ci imbatteremmo in una definizione che verte principalmente su quattro aspetti peculiari: isola, coste, spiagge, entroterra. E se è vero che i primi tre aspetti sono sicuramente noti, riconosciuti e riconoscibili quando si parla di Sardegna, il tema dell’entroterra risulta forse meno noto ma decisamente in ascesa in termini di ricerche e richieste da parte dei turisti.

È decisamente in aumento, infatti, il numero dei turisti che sono attratti dalla bellezza del mare e delle coste sarde, ma che vogliono di più, e quindi scelgono di affiancare (o addirittura sostituire) al soggiorno balneare un vero e proprio tour alla scoperta dell’altra faccia della Sardegna, quella fatta di borghi, piccole comunità silenziose e accoglienti, genuine e festanti. Alla mondana festosità delle coste si contrappone una realtà fatta di natura e paesaggi, di ricchezze architettoniche e culturali, di comunità e persone che costituiscono il valore aggiunto della scoperta. Un turismo lento, fatto di piccoli passi lenti che assaporano ogni istante di questo territorio, alla ricerca del contatto più intimo con lo spirito della terra sarda, una spiritualità profonda e radicata ma mai esibita.

Una tipologia di turismo, questa dell’entroterra, ricercata sempre più spesso come cura contro lo stress ed il logorio dato dalla vita lavorativa di tutti i giorni, che consuma tra riunioni che si accavallano e ritmi sempre più stringenti e soffocanti. Ed ecco che quindi, almeno per le vacanze, in tantissimi decidono di “staccare la spina” e provare a ricongiungersi con i ritmi della giornata, sovente faticosi ma comunque piacevoli, arricchiti dal piacere di addentrarsi per le vie di un piccolo borgo invaso dal profumo del pane, attardarsi a fare quattro chiacchiere con un pastore a guardia delle sue greggi, ad ammirare un paesaggio al suono dei grilli o delle cicale.

Anche e soprattutto “fuori stagione”, lontano dai mesi estivi, un tempo unico intervallo utile per le vacanze. E sull’onda di queste scoperte e ricerche che anche nell’isola stanno riscontrando un successo crescente i percorsi naturalistici che permettono di vivere un’esperienza di libertà più intima e silenziosa, senza perdere mai di vista però il piacere della vacanza e della scoperta. Volendo provare a percorrere, almeno virtualmente, qualcuno di questi cammini, non potremmo non partire dall’iglesiente, precisamente con il Cammino di Santa Barbara, alla scoperta dell’hinterland di Iglesias e della Grotta di Santa Barbara, risalente a circa cinquemila anni fa ma scoperta solo alla metà del secolo scorso, per un percorso che si addentra tra vecchi siti minerari ormai abbandonati, luoghi di culto, costeggiando ferrovie un tempo in uso per il trasporto dei minerali, e percorrendo antiche mulattiere.

Un cammino, questo di Santa Barbara, lungo circa quattrocento km, suddiviso in 16 tappe, che permette di scoprire circa trenta comuni del territorio, tra il sistema montuoso del Marganai e il mare.

Molto noto è, inoltre, il Cammino di Sant’Efisio che accompagna il Martire Guerriero Efisio dalla chiesetta di Stampace a Cagliari fino a Nora, luogo del martirio. Ad un primo sguardo, questo cammino sembra molto scenografico e folkloristico ma, a ben guardare, è un cammino di fede profonda poiché durante il percorso sia il simulacro del santo che i viandanti si spogliano degli orpelli della festa iniziale per vestirsi dell’essenziale allo spirito. Un lungo cammino, dal ritmo scandito dall’incedere pacifico dei buoi e dai grani dei rosari, immersi nei colori e profumi dei fiori primaverili, dalla brezza marina che accoglie e ristora i viandanti, fino al festoso rientro suggestivo in una città illuminata dalla sua luna più bella. Particolarmente interessante poi anche il Cammino delle cento Torri, un cammino che percorre l’isola in lungo e largo, da Cagliari a Olbia, da Castelsardo ad Arbatax, da Alghero a Carloforte, lungo otto vie che guideranno i turisti alla scoperta dell’isola fra spiagge e città. Con le sue cento torri e ben 1280 km circa, è un cammino che si articola tra percorsi a piedi ed altri in bici, permettendo di spaziare dal mare alla montagna. Molto apprezzato poi è il Cammino di San Giorgio Vescovo che ripercorre i luoghi dell’evangelizzazione battuti dal Vescovo sardo attorno all’anno mille.

Sono infatti numerose le chiese a lui dedicate, disseminate lungo tutto il territorio sardo e congiunte in un percorso che si snoda per circa 300 km, partendo da Cagliari in un itinerario davvero emozionante. Analogo a questo è il Cammino di San Giacomo che si snoda per l’isola congiungendo i circa 30 comuni in cui sono presenti delle Parrocchie dedicate appunto a Santu Jacu, come lo chiamano i sardi.

E con lo scopo di valorizzare e promuovere ulteriormente il turismo dei cammini è nata in Sardegna la fondazione “Cammino francescano in Sardegna” il cui atto costitutivo è stato proprio sottoscritto il 12 giugno 2023 a Làconi, paese natale di Sant’Ignazio, frate cappuccino scomparso nel 1781 e canonizzato nel 1951, molto amato nell’isola sia per la sua vita umile sempre dedita all’aiuto del prossimo che per alcuni miracoli che gli vengono attribuiti. Oltre a quella di Làconi, sono numerose le amministrazioni comunali che hanno aderito al protocollo d’intesa e che, unitamente all’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ed alla Conferenza Episcopale Sarda, credono fortemente nel turismo religioso e dei cammini.

Un turismo più lento e pacato ma certamente affascinante e coinvolgente, in un’isola che sa ovunque di paradiso.

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