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La ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, l’antico convento che si proietta nel futuro

Dalla produzione del sigaro toscano all’innovazione e sperimentazione dell’epoca moderna

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Per conoscere la storia della ex Manifattura tabacchi di Cagliari è necessario andare a ritroso nel tempo, e precisamente è opportuno partire dalla fine del 1400.
In quest’area infatti, dalla fine del ‘400 appunto, i frati osservanti edificarono qui il loro convento, nella parte più bassa dello storico quartiere della Marina, al riparo della muraglia di quello che oggi conosciamo come il bastione di Monserrato lungo il viale Regina Margherita.

All’interno di questo convento era anche edificata la Chiesa dedicata a Nostra Signora del Gesù, della quale purtroppo sfortunatamente non ci resta che qualche rara testimonianza.
Il convento sopravvisse fino agli attacchi spagnoli del 1717, durante i quali riportò gravissimi danni, tanto da dover essere completamente ricostruito, mantenendo tuttavia inalterato il piano terra del corpo centrale del convento.

Venne riedificato nei primi anni del secolo successivo, ma cambiandone completamente la destinazione d’uso, passando da ex convento a Manifattura tabacchi, fino a diventare Regia Manifattura nel 1868 a seguito di Regio Decreto. La licenza prevedeva la produzione del famoso sigaro Toscano, prodotto che riuscì a riscuotere un così ampio successo che la fabbrica passò a pieno titolo nelle mani dei Savoia, un fiore all’occhiello della produzione del regno.
Non bisogna infatti dimenticare che la Manifattura fu la prima fabbrica, in senso moderno, della città di Cagliari, offrendo lavoro stabile a numerosi dipendenti, i quali a pieno titolo potevano definirsi i primi dipendenti statali in Sardegna.

Di tale vantaggio potevano usufruire anche le donne le quali, per la prima volta, potevano beneficiare di un salario piuttosto elevato rispetto alla media dei salari maschili, il che se consideriamo l’epoca, non è certamente un dato da sottovalutare.

Nel 1884 la manifattura passò allo Stato italiano, mantenendo la piena attività produttiva inalterata fino ai primi anni del 1990 quando, nell’impossibilità di tenere testa ai sistemi di produzione esteri, estremamente efficienti e moderni, iniziò un rapido declino.

Nel 2001 infatti l’Ente Italiano Tabacchi ne annuncia la chiusura; dopo diverse e alterne vicende in Parlamento, nel 2006 lo stabilimento passa alla Regione Sardegna. 

Da questo momento inizia una nuova vita per lo stabilimento il quale, rinnovato e risistemato per le esigenze più attuali, oggi è sede di numerose iniziative a carattere culturale e scientifico, candidandosi ad ospitare eventi e imprese strategiche nel settore innovativo, in uno spazio progettato per produrre formazione, innovazione e sperimentazione.

 

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